Mappale 156

Nel Piano Viganò del 1811, il mappale 159 è l’abitazione dei fratelli Ghitti e il mappale 156 quella di Fontana Agostino.

Descrizione

Mappale 156

Filatura Perani, via Piazze.

Mappale 156

Filatura Perani, via Piazze.

La storia catastale

 
Non vi sono certificati censuari storici del mappale 156.
Nella mappa napoleonica del 1808 l’area – attraversata dal canale del Bagnadore Basso che proprio in quel punto si unisce alla Sèstola – è suddivisa in numerosi mappali di cui sono edificati il 152, il 155 (con una porzione di terreno che lo separa dal successivo), il 156, il 158 e il 159; identica la situazione nella mappa austriaca del 1852; nel catasto unitario tutti i mappali (compresi i 344, 347, 154 e che erano probabilmente orti) sono raggruppati nell’unico mappale 156 e il canale Bagnadore Basso risulta intubato e interrato. Il mappale 152 (l’ingresso attuale a Nord-Est) era un orto.
Nel Piano Viganò del 1811, il mappale 159 è l’abitazione dei fratelli Ghitti e il mappale 156 quella di Fontana Agostino.
Verso la fine dell’Ottocento i mappali 347, 152, 155 e 156 sono proprietà degli Zeni.
In calce al certificato storico catastale riguardante il mappale 149, risulta che il mappale 1561 nel 1935 era intestato a Perani Giuseppe fu Luigi come filatoio di lana (in via Mulini 68); la casa – di due piani e 14 stanze – fu venduta ai fratelli Cristini fu Rocco 13 Giugno 1936.
 

I Perani

 

Il mappale 156: le immagini

 

Pochissime le informazioni in nostro possesso.
I Perani, nei primi anni ’30 del Novecento possedevano, oltre al mappale 156, anche la gualchiera e la sulférera della Ca’ dei Foi [mappali 1118 -13891 e 13892] e il filatoio del mappale 149: nella continuità della tradizione locale, dovuta soprattutto alla morfologia del terreno in cui scorreva la Sèstola, le varie lavorazioni sono decentrate in sedi storicamente già adibite ad attività laniere. La novità pare essere il mappale 156, edificato nella sua struttura attuale, sembra, a cavallo dell’Unità d’Italia e adibito a tessitura tra la fine dell’800 e i primi anni del ’900.
Dalle testimonianze pare che lo stabilimento Perani fosse un lanificio con lavorazione completa dalla filatura alla tessitura (ma la documentazione scritta parla di sola filatura), anche se – si dice – piuttosto pericoloso nella sua stabilità strutturale: quando i telai, posti al primo piano, erano in funzione, era tutto un traballare pauroso.
All’epoca dei progetti Fontana [1938] l’attività dei Perani era cessata e lo stabile al mappale 156 è inattivo industrialmente, poiché non compare tra gli utilizzatori dell’acqua dei canali Bagnadore Basso e Sèstola.

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