Iseo

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Iseo

Iseo. […] Bello ed allegro borgo murato in riva al lago Sebino – detto anche lago d’Iseo – nella sua estremità ostro-orientale.
Ha molte filande di seta e fornaci da calce ed è la chiave del commercio fra la valle Camonica e la pianura di Brescia. Vi si tiene mercato al martedì ed al venerdì e fiera ai 5 agosto.

Il commercio principale sono le pietre arenarie che vengono da Sarnico, la calce, i legnami da opera, i pali per le viti, castagne, biade, seta e coperte di lana fornite dai due villaggi lacuali di Sale e Marazzino, le manifatture di cappelli, di stoviglie filatoi di seta e di cotone e concerie di pellami.

Vi sono molte belle case e varie famiglie signorili o negozianti. È la residenza del commissario distrettuale e di una pretura di III classe; vi sono pure un ufficio d’ipoteca, filiale a quello di Brescia, una dispensa del sale, stazione di finanza, brigata di gendarmeria, ecc...

Frequentatissimo è il suo porto, imperocché ben 250 barche da carico solcano il lago oltre al battello a vapore che lo attraversa ogni giorno da Iseo a Lovere.

[…] I fasti del castello d’Iseo furono scritti dal cappuccino Fra Fulgenzio de Rinaldi d’Iseo stesso, Brescia 1685, ma come era da aspettarsi e dalla qualità dell’autore e dal tempo in cui scrisse il suo libro che riscosse dai contemporanei canzoni sonetti e madrigali è appena leggibile ai tempi nostri. Il buon cappuccino si persuade che Iseo possa essere stato fondato dai primi che uscirono dall’arca di Noè e pretende di trovare nel dialetto del paese tracce della lingua ebraica parlata da quei primi uomini e quanto al castello ne attribuisce il merito all’oratore Iseo rammentato da Giovenale e che il borgo fosse denominato Sebina da Sebino console romano contemporaneo di Pompeo.
Altri invece pensano che al luogo ov’ora è Iseo fosse anticamente un oppido detto Sebum, donde il nome di Sebium dato al lago e che quel Sebum sia indi stato sconciato in Sevum, Seum, Iseum, ma neppur di questo si ha notizia certa. E nondimeno indubitato che Iseo e sua riviera furono luoghi popolati e colti al tempo dell’impero romano e ciò si argomenta da un tempio gentile dedicato ad Iside ed Ercole che esisteva ad Iseo nel luogo ove nel V secolo si fondò la chiesa al presente ridotta a tempio magnifico come anco da due lapidi romane ivi rinvenute ed ora esistenti nel museo di Brescia, da medaglie e sepolcri romani che trovansi sparsi nel territorio, da iscrizioni e frammenti di opere romane che si rinvennero nella riviera.

Checché ne sia dell’etimologia d’Iseo questo nome dato al lago ed al borgo era già popolare sino dal mille quando cominciaronsi a rialzare le sue fortificazioni che poscia furono ampliate da Mastino della Scala e perfezionate nel primi anni del secolo XIV da Giacomo Oldofredi, feudatario d Iseo e sua riviera e di parte della Francia Corta.
Del resto Iseo seguì ordinariamente le vicende di Brescia, a cui fu quasi sempre soggetta.

Parteggiando, infatti, pel comune di Brescia, ebbe a patire molti danni da Federico Barbarossa più tardi e per lo stesso motivo fu incendiato da Federico II; poi divenuto feudo degli Oldofredi, seguì lo spirito della nobiltà favorendo le parti dell’impero ossia de Ghibellini, come fece nel 1311 quando Arrigo VII coi Ghibellini italiani assediò Brescia.

In appresso seguitando i suoi signori la parte ghibellina nelle molteplici e sanguinose fazioni dei secoli XIV e XV ebbe armate sul lago e favorì le ambizioni de Visconti contro Lamberto Malatesta e la repubblica veneta finché questa ultima, dopo sostenuto il famoso assedio del 1438, estese il pacifico suo dominio sopra Iseo ed i luoghi adiacenti, li Oldofredi avversi alla medesima espatriarono ed il borgo diventato capo di una delle Quadre in cui fu spartita la provincia Bresciana conservò alcuni privilegi pe suoi mercati e per l interna amministrazione.

E però da notarsi che Iseo cadde in potere del Veneziani fino dal 1426 subito dopo la morte di Filippo Maria Visconti, ma che il loro dominio su contrastato nella successiva guerra con Francesco Sforza duca di Milano finché fu riconosciuto nel 1438.

Nel 1509, dopo la battaglia di Gera d’Adda, i Veneziani insieme colle altre provincie di Terra Ferma perdettero anche Iseo, che fu malmenato dai Francesi sino al 1512, poi dagli Spagnuoli ed Imperiali fino al 1516, finché al 26 maggio di questo anno fu rimesso di bel nuovo alla repubblica veneta che se ne mantenne in possesso sino alla sua caduta.

Iseo diede i natali a Frate Bonaventura minore, osservante medico e chimico valente, il quale, nel 1273, trattò la pace fra i Bolognesi ed i Veneziani, ed a molti della famiglia Oldofredi che si distinsero nelle armi.

Di questo casato meritano specialmente di essere celebrate pel loro marziale coraggio due donne Tiburga ed Imazza, figlie di Girardo Oldofredi.

Trovandosi elle in villa, furono sorprese ed oltraggiate da una banda di faziosi di parte contraria che si tenevano nel castello di Montecchio vicino a Sarnico. Li Oldofredi levandosi alla vendetta corsero coi loro aderenti ad assediare il castello nemico. Alla testa di quella fazione si posero le due donne con tredici altre del loro sesso e furono elle che, coll’esempio, incoraggiarono i militi all’assalto; anzi raccontasi che Tiburga salisse ella per la prima le mura e venuta e particolare tenzone col castellano Giliolo, quel medesimo che l’aveva oltraggiata, volle avere l’onore di troncargli la testa e mostrarla all’esercito. Ciò avvenne nel 1248.

A. Bianchi-Giovini e Massimo Fabi, Dizionario Corografico Della Lombardia, Milano, 1850.

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