In memoria di Rosa Guerini della Compagnia di S. Angela maestra della S. A. Feltri Marone

Dopo breve malattia è spirata ieri, cristianamente come cristianamente è vissuta, ROSA GUERRINI, figlia di S. Angela maestra delle S. A. Feltri Marone, donna forte, di virtù elette, collaboratrice incomparabile, guida saggia ed esemplare a tutto il personale dello stabilimento….

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Descrizione

Rosa Guerini dei Carai

L'ing. Emilio Franchi nel 6° mese della scomparsa della Rosa Guerrini

IN MEMORIA DI ROSA GUERRINI
DELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA MAESTRA DELLA S. A. FELTRI MARONE

  • IL 22 LUGLIO 1882
  • L' 8 MAGGIO 1947

Dopo breve malattia è spirata ieri, cristianamente come cristianamente è vissuta, ROSA GUERRINI, figlia di S. Angela maestra delle S. A. Feltri Marone, donna forte, di virtù elette, collaboratrice incomparabile, guida saggia ed esemplare a tutto il personale dello stabilimento.
Profondamente addolorati ne partecipano la morte: l'ing. EMILIO FRANCHI con la moglie ed i figli; SERGIO MOGLIA, direttore della Società; il rag. UGO BRESCIANI, amministratore; gli impiegati, le operaie e gli operai.
I funerali seguiranno in Marone sabato 10 corrente alle ore 9, partendo dallo stabilimento. Un particolare ringraziamento alle reverende suore della Poliambulanza e all'affezionata Pieremilia Bondioni che l’hanno amorosamente assistita.
Brescia, 9 maggio 1947.
Prendono parte al lutto per la perdita della signorina ROSA GUERRINI, Direzione, impiegati e gli operai della S. A. ATTILIO FRANCHI, Dolomite di Marone, SERGIO e MARIA MOGLIA che ebbero con la compianta ROSA GUERRINI legami di vero affetto, partecipano profondamente addolorati al lutto.
«Giornale di Brescia» del 9 maggio 1947.

Nacque a Marone il 22 luglio 1882 da Alessandro Guerrini e Ghitti Marta. Se è vero che i figli hanno le caratteristiche dei genitori, in Rosa Guerrini si distinsero le caratteristiche dei casati da cui provenivano i suoi genitori e cioè l'attività e lo spirito di iniziativa dei Guerrini (soprannominati Carai dalla località dove la famiglia si accrebbe e donde si diffuse) e la bontà di cuore dei Ghitti.
Giovinetta ancora si votò al Signore nella Compagnia di S. Angela dove le consorelle la apprezzarono subito per le sue eminenti qualità, ed i Superiori le affidarono la carica di Vice-Sostituta.
Anche nell' Oratorio Femminile e nelle scuole parrocchiali di Religione, portò il contributo della sua santa attività, occupandosi dalle figliole dell'Oratorio e dai fanciulli: del catechismo, la confidenza di una mamma.

Lavorò prima alla Filanda Vismara, poi al Feltrificio Guerrini e, dalla fondazione, al Feltrificio S. A. FELTRI MARONE, fondato dal compianto comm. Attilio Franchi.
Si può dire che le sue cognizioni tecniche, la sua attività instancabile, l'ascendente morale sulle operaie, la deferenza e la lealtà verso i Dirigenti, furono elementi che cooperarono allo sviluppo e alla prosperità del nuovo impianto industriale.

L'ultima malattia la colse sulla breccia, alla fine di marzo 1947. Dopo una lunga degenza alla Poliambulanza, dopo aver edificato Madri, infermiere, parenti e conoscenti, con la sua pazienza e grande fede, cessava di vivere il mattino dell'8 maggio 1947.

La salma, trasportata a Marone, prima alla sua casa poi al SUO stabilimento, trasformato in camera ardente, ebbe splendidi funerali per conto della sua Ditta, con largo intervento di popolo, di lavoratori e di associazioni cattoliche.
Interpreti dei comuni sentimenti si resero l'ing. Emilio Franchi, il Parroco (in chiesa) col consenso di Sua Ecc. Monsignor Vescovo e due figliuole al cimitero, una a nome delle operaie, l’altra a nome dell’Oratorio.
Rosa Guerini avevo così trasferito la sua alta personalità spirituale negli ambienti in cui visse, che, a qualche mese di distanza, la Sua morte sembra una partenza di cui si aspettava il ritorno.
Nota biografica del Rev. Andrea Morandini, Arciprete di Marone.

Prima che la Salma della nostra Rosa lasci per sempre lo stabilimento e noi per andare al suo estremo terreno riposo raccogliamo il pensiero alla nostra Scomparsa, lasciamo sfogo al nostro dolore.
La Rosa è stata un esempio raro di donna, forte e saggia che univa in sé per largirle copiosamente, le doti dell’intelligenza e del buon senso, con quelle del cuore e della dirittura morale.
Lavoratrice appassionata, severa con sé prima che con i suoi compagni e dipendenti di lavoro, ha saputo fare della Sua vita un apostolato di virtù, una missione di bene.
Mamma giusta ed amorosa, educatrice con l'esempio della sua condotta, è stata certamente una Maestra di Vita, una collaboratrice incomparabile per lo zio Attilio, per me, per il signor Moglia.

La malattia che da tanto tempo la tormentava era ormai troppo grave. L'abbiamo saputo dopo quando, purtroppo, abbiamo visto svanire giorno per giorno le nostre speranze, nel lento inesorabile declinare, non ostante la lotta sostenuta per strapparla alla Morte con i più moderni trovati della medicina e della carità, non ostante le più amorose vigili cure delle Suore e nostre che Le fummo vicini nella lunga agonia.

Sapeva di morire; ed offrendo a Dio serenamente il tributo delle Sue sofferenze - bisogna soffrire, diceva - ha potuto mantenere fino alle ultime ore lucido e costante il pensiero, caldi gli affetti per le sue operaie e per gli operai, per il sicuro avvenire della fabbrica, per me, per l\'Joglil.l e per i miei cari.
Consigliera e vigile fino alle ultime ore, passata ormai in più stretto estatico contatto con l'Eternità e con Dio, in un momento di ripresa e di lucidità terrena, ha formulalo ancora un ultimo sovru­mano augurio, una certezza per il bene di tutti voi e noi e della nostra fabbrica.
La Sua scomparsa è una grande perdita per tutti.
Noi pensiamo a mio Zio Attilio il cui spirito è sempre presente con noi, noi raccogliamo il voto estremo della Rosa e lo facciamo nostro, per meritarcelo con il lavoro, con la concordia, con la condotta della nostra vita, secondo l'esempio che ci ha lasciato.
Saluto dell'ing. Emilio Franchi, nell'interno dello Stabilimento della S. A. Feltri.

La collaborazione parrocchiale tanto necessaria in questi nostri tempi dinamici e complessi richiede in chi vi è chiamato da una vocazione speciale - grande fede - anima generosa, anima forte.
Ora è mio preciso dovere di parroco (anche con l'alto consenso di Sua Eccellenza Monsignor Vescovo) dinnanzi alla salma di questa donna forte porgere il mio ringraziamento e il mio saluto.
Poiché se la morte di Rosa Guerrini è stata una grave perdita per i parenti e per la fiorente industria è stata soprattutto una perdita per la Parrocchia. Essa è stata prima di tutto una donna di grande e sentita pietà.  Entrata fin da giovinetta nella Compagnia di S. Angela, ne segui le sode direttive per tutta la vita; colla S. Messa e la Comunione quotidiana incominciava la sua giornata che passava poi laboriosa tra le spole e le macchine per chiuderla nella sera a tarda ora colla visita al Santissimo e il Rosario. Ma era soprattutto la festa in cui libera da altri impegni dava con gioia la sua giornata al Signore e alle opere di bene.

Fu un'anima generosa: dotata di intelligenza non comune e di cuore materno era aperta a tutte le forme di apostolato richieste dai nostri tempi, ma era soprattutto nel settore femminile tra le ragazze dell' Oratorio che la sua opera materna di consiglio, di correzione affettuosa e addolorata trovava il suo campo preferito: come tra i piccoli quale catechista efficace ed amata: la sua grande influenza educatrice la doveva alla rettitudine e al cuore materno che espandendosi si commoveva e conquistava i cuori. La sua generosità era nota anche nel settore finanziario; tutte le iniziative parrocchiali di ordinaria e di straordinaria amministrazione ebbero Rosa Guerrini tra i primi benefattori e non ci fu miseria da lei conosciuta che non fosse da lei soccorsa senza che la sinistra sapesse, ciò che faceva la destra: una volta dovetti perfino rimproverarla perché, ricevuta dai suo: dirigenti una ben meritata gratifica aveva voluto privarsene per beneficare la Parrocchia. Se non fosse stata così generosa avrebbe conseguito uno stato di agiatezza, a cui aveva diritto per la sua capacità tecnica e la sua laboriosità.

Fu un'anima forte: la fortezza è frutto di forti convinzioni e di spirito di sacrificio: perciò fu sincera e leale coi Superiori, cogli uguali e cogli inferiori: nemica del male sotto tutte le forme amava tutte le anime con squisitezza e sapeva accostare gente di ogni condizione con quel tatto e con quella bontà che convincono e non offendono. È per tutti questi motivi che io depongo il fiore della riconoscenza mia e delle anime sulla sua bara: la sua anima verginale, purificata dalla dolorosa malattia, onusta di tanti meriti sarà già entrata nella Patria del cielo; ma Se dinnanzi alla purezza infinita di Dio qualche piccolo neo ancora ci fosse, noi promettiamo i suffragi perché presto possa raggiungere il corteo delle Vergini che cantano il cantico nuovo davanti al trono dell'Agnello.
E dal Ciclo essa preghi perché in mezzo a tante figliuole ci siano ancora anime generose disposte a seguire il suo luminoso esempio dedicandosi a quelle opere della maternità spirituale che sono più efficaci delle nostre prediche in quanto presentano un cristianesimo profondamente vissuto.
Saluto del Parroco Rev. Don Andrea Morandini, in Chiesa.

Maggio, mese dei fiori, delle, rose, ha colto questa volta una rosa viva, non più in bocciolo, ma nella pienezza della sua fioritura quasi declinante perché al sole della carità e di una vita attivissima e rigogliosa di opere di bene ripiegata la corolla sullo stelo ormai stanco ed esausto, morendo su questa terra, rifiorisca più rigogliosa e bella nei giardini del Cielo,
È morta Rosa! Questa breve frase racchiude tutto il dolore di un popolo riconoscente che sente intorno a sé un vuoto insolito, il vuoto lasciato dalle persone che segnarono nella loro vita un'orma profonda di bene.

Lasciatelo dire a noi, operaie della Feltri, che abbiamo perduto in Rosa più che una direttrice saggia e prudente, la madre tenera e ferma, generosa e ardita, decisa e indulgente, inesorabile nell'impedire il male e il disordine, remissiva e caritatevole nel perdonarlo e nel rimediarvi. Non riusciamo a persuaderci che mai più la vedremo come ogni giorno accadeva, col suo sembiante bonario a dirci la parola buona, ammonitrice, anche severa se era necessario, ma sempre parola di un tono materno rivestita di quella carità che scaturisce dalle anime verginali che hanno compresa e vissuta la loro missione... la maternità spirituale. Una particolare nota non possiamo tacere di Rosa... l'intelligente comprensione dei diversi momenti storici difficili che ha vissuto la soluzione della questione sociale alla luce del Cristianesimo, la buona volontà per l'incontro delle classi nella reciproca intesa per cui era disposta a dire energicamente, quando occorreva, la verità a tutti, superiori e inferiori, evitando gli urti e le inefficaci repressioni disciplinari. Con occhio sagace sapeva distinguere Rosa l'applicazione delle misure severe; suo principio era: è più meritevole di castigo l'abitudine ad un discorso cattivo che anche materialmente nuoce, perché offusca coll'anima le attività personali, che una manchevolezza isolata e passeggera. Da ciò derivava il buon ordine e la regolarità nel lavoro.

Compagne, impariamo dagli esempi della nostra amatissima Rosa come si compie il dovere. E tu, Rosa, che ci vigilavi con una cura quasi gelosa come cosa tua, non distogliere lo sguardo da noi; ora che hai raggiunto la vera vita in Dio, ottienici da Lui, tuo sposo amatissimo, gli aiuti necessari a compiere la nostra missione di bene, di giustizia, di carità, nel campo sociale della Chiesa e per il risorgere dell'Italia nostra.
O Rosa, fa che tutte un giorno ti incontriamo in Cielo.
Saluto dell'operaia Maria Aurelia Guerrini della S. A. Feltri al Cimitero dì Marone.

Una parola particolare da noi giovani come parte più prediletta nella tua missione educatrice dell'oratorio parrocchiale. Le tue cure speciali erano dirette a noi come le più bisognose eli inesperte e noi ricordiamo oggi con commossa gratitudine le tue osservazioni che erano suggerite da un cuore grande abituato a dimenticare se stessa, le proprie comodità, e le più necessarie esigenze di riposo e di tranquillità per riuscire al bene, alla preservazione, alla cura, alla educazione di tanta gioventù.

Gli orfani hanno trovato in te una seconda mamma, i poveri una benefattrice generosa e delicata, i tribolati una consolatrice com­prensiva, noi una superiora materna che apriva i cuori e sapeva amare e compatire, alla quale nulla sfuggiva. Sapevi anche comprendere le esigenze dell'età e dei tempi, solo non ammettevi i patti e i compromessi con la morale; la condotta doveva essere lineare, lo spirito cristiano, la pietà soda.

Noi sentiamo oggi che ci manca un appoggio grande, un aiuto valido, una guida, un conforto, ma speriamo che tu ci guardi ancora con protezione dal Cielo, perché i tuoi esempi e incitamenti ci siano fruttuosi onde non ci lasciamo vincere dalle voci mondane, in contrasto con lo spirito e leggi del Vangelo, e perché sappiamo prepararci un avvenire buono e, sicuro sulla base della purezza, della bontà, della fedeltà, dci lavoro, dell'onestà.

Grazie di tutto quello che hai fatto per noi, amatissima Superiora, fa che noi siamo sul tuo esempio le api operose che possano farti dire quando ti rivedremo in cielo:
Signore, nessuna è perduta di quelle che mi hai consegnate!
Con questa confortante speranza ti porgiamo il nostro mesto addio!
Saluto della sig.na Martina Cristini, dell'Oratorio Parrocchiale.

 

TIPOGRAFIA MORCELLIANA BRESCIA 1947

L'opuscolo in memoria di Rosa Guerini dei Carai

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