La toponomastica maronese – lettera T

Roberto Predali


Taiàt del Tufi, ’L, bosco
Porzione di bosco, mappale 1552, a sud dell’Òpol, di fronte alla cascina Rota dei Botasì.
§~ In dialetto bresciano, Taiàt = tagliato. 

Tamblel, Tamblet, contrada del
Nel 1573: «Un’altra uts:a cont:a del Tamblel […] tavole trenta duoi».
Sempre nel 1573 è detta contrada de Zamblet e de Zambletto e alcuni appezzamenti confinano con il Dugale: probabilmente si trovano nella più ampia contrada della Breda.
§~ Etimo oscuro.

Tebeloc, Tibeloc, bosco
È un bosco a Nord di Remina, mappale 1524.
§~ [?] Sembra composto da Tibidói+Löch. In dialetto bresciano Tibidói, Cotobói = tumulto, confusione e Löch = luogo.

Tende, contrada di Panei o di Bastiano detta, terreno
Il terreno si trova sopra la Pelateria; fino alla metà del Novecento vi erano ciodére. Il toponimo si riscontra a partire dal 1785.
§~ Tènde, in questo caso, è variante di Ciodére = luogo dove si stendono e tendono i tessuti di lana dopo la follatura. Tènde = Ciodére si trova negli estimi di Sale Marasino.

Termen, Tèrmen, contrada del
Oggi il toponimo è riferito al solo fabbricato della ex osteria Tèrmen, posto in via Attilio Franchi all’incrocio con via Giacomo Matteotti, dopo il ponte il ponte sull’Òpol; anticamente era la zona a Nord di Baravalle, delimitata dalla Strada comunale dei Termini e dal torrente Òpol.
Nel 1573 e nel 1641 la località è denominata contrada del Termen e vi è, anche, una contrada del Sotto Termine; in alcuni documenti compare anche il toponimo contrada Pavone o del Termine.
Il toponimo non compare nella mappa del 1808; nelle mappe del 1842, 1898 e 1925 vi è la Strada comunale dei Termini.
Nella contrada - nelle mappe ottocentesche, vi è un solo fabbricato, identificabile con casa Corrà.
§~ Dal latino medievale, Termen, lemma in uso tra gli agrimensori al posto di Terminus = pietra di confine, confine [Du Cange]. Nel Melchiori: «Tèrmen. Termine, confine, meta, capo, punta. Tèrmen dele strade = cippo, termine di confine e che serve a passeggeri per indicare le strade».
Vedi Ambaroli, Baravalle, Foppe e Breda.

Termini, strada comunale dei
La via, nelle mappe del 1808, 1842 e 1898, inizia dallo Stradone, poco dopo il ponte sull’Òpol, costeggia Baravalle e giunge fino al ponte di Ariolo. Delimita perfettamente la contrada dei Termini.

Termini, via
È la denominazione contemporanea del primo tratto - dal ponte di Ariolo - dell’antica Strada comunale detta Sotto rocca, parallela a via Alagi.

Tezolo, contrada
Tezolo, cascina
Nel 1573 vi sono terreni coltivati in contrada di Tezut, Tezol, Tezole e Tezul.
Nel 1641 la contrada è denominata Tezolo. Nei due estimi le proprietà sono delle famiglie Cafelli e Cassia. Sempre nell’estimo del 1641 troviamo: Giovanni Maria fu Francesco Cassia possiede «una pezza di terra aradora, vid:a, et parte lamitiva, guastiva in contrada del Tezolo, […] di pio uno tavole sissanta cinque. Una staletta, et fenile sopra in detta pezza di terra»; Antonio q. Francesco Cafello possiede «una pezza di terra aradora, vidata, et parte lamitiva in contrada del Tezolo […] di tavole ottanta cinque. Una staletta con feniletto sopra in detta contrada».
Nel 1785 la cascina - stalla e fienile con un piò di terreno «in contrada di Monte di Marone chiamata il Tezolo» - è proprietà di Cristoforo Gigola che l’ha acquistata o ereditata da Giovanni Battista Ghitti del Non.
Oggi la cascina è il mappale 1471.
§~ Tegia = capanna alpina; voce gallica.
Tesa = tensa, bosco recinto, paretaio, luogo ave si tendono le reti per gli uccelli. Tesöl è diminutivo di tesa, [Gnaga].
«Teza = tesa, paretajo, aja sulla quale si spiegano le paretelle per coprire gli uccelli che si posano sul boschetto che è posto in mezzo di essa. Teza de vis-cète = uccellare, ristretto di piante salvatiche con certo ordine per uso di pigliare alla pania gli uccelli ed in particolare i tordi, che anche dicesi frasconaja» [Melchiori].
In latino medievale Tesa = circa 1,80 m, misura equivalente a sei piedi (1 pes = 29,65 cm) [Du Cange].
Sul territorio bresciano le Tése erano le aree che i comuni davano in affitto per l’uccellagione con le trappole, archèc' e sepì. L’incanto delle Tése, era un ottimo modo per tenere puliti i boschi e i sentieri che li attraversavano.

Tisdèl, punta
Monte a Est di Marone, di 1334 m., nel versante destro della valle dell’Òpol.
§~ Etimo oscuro.

Tlide, el, bosco
Porzione di bosco a forma circolare, mappali 1326 e 1980, tra la cascina Brégn a Nord e lo Stalù de Fóntanàs a Sud.
§~ Etimo oscuro.

Tomasino, cascina
Altro nome della cascina Caffei in Monte di Marone. La cascina è detta Caffei nelle carte del 1808 e del 1842 mentre nella carta del 1898 la denominazione cambia in cascina detta Tomasino. Nelle vicinanze della casa vi è, anche, un prato detto Tomasino. Oggi la cascina è il mappale 358.
§~ Nell’estimo del 1785 e nel Libro per le Famiglie vi è la famiglia Bontempi di Collepiano detta Tomasini.
Vedi cascina Caffei.

Tombletto, contrada di
Giovanni Battista Ghitti dei Bagnadore, nel 1785, è proprietario di «una pezza di terra arrativa, vidata, ed olivata […] in contrada del Follo […] di tavole 94, con Isonsino […], Tombletto e Isone».
Il toponimo compare due volte anche nel 1641: «Un’altra pezza di terra aradora, vidata in detta contrada, chiamata Tombletto, confina à mattina il dugale […] di tavole cinquanta sette» e «Un’altra aradora, vidata in contrada di Tombletto […] di tavole vintisei».
I tre terreni sono ai Molini di Zone.
§~ In latino medievale Tombellum = tumulus, lapis sepulcralis = tumulo, lapide.
Vedi contrada del Follo e Inisone.

Torcolo, contrada del
Contrada di Collepiano.
Nel 1573 Pietro Bontempi è proprietario, a Collepiano, di una «Casa con corte, et horto, et un torcoletto», Tommaso Cassia possiede, a Marone in contrada della Piazza, una «casa con horto, et torcolo» e Antonio Zeni «Una pezza di terra arad:a, vidata, olivata, con una casetta et torcoletto, cont:a delle Are di Sotto la Via».
Nel 1641 il Beneficio parrocchiale di Marone possiede due appezzamenti in contrada del Torcolo. Inoltre, Pietro Antonio Guerini, a Vesto, e Francesco Cassia, a Marone, hanno un torchio per le olive.
Nel 1785 vi sono due appezzamenti detti Torcolino e Chiosetto e Torcolino a Vesto e uno a Marone, in contrada di Piazze, detto Torcolo.
§~ In dialetto bresciano Tórcol = frantoio.
A Collepiano, vi era una famiglia Bontempi detta del Tórcol.

Torrente, contrada del
Nel 1641 il notaio Ottavio Zeni è proprietario di «Una pezza di terra aradora, vidata in contrada del Torrente, confina à mattina Giovan Battista, et frattelli Zini, à mezodi strada, à sera il lago, et à monte la valle di tavole novanta». L’appezzamento è l’attuale parco del Francesco Guerini, Pacio del Centro civico don Riccardo Benedetti.

Treèrs, el, bosco
Bosco a Nord di Guì, delle Piane e della Strada del Monte, nel mappale 1248.
§~ In dialetto bresciano, Treèrs = traverso, sbieco.

Trenelli, contrada dei
Il toponimo compare solo nel 1573 per indicare un pascolo ai piedi del Gölèm: «Un’altra [pezza di terra] prativa, et montiva cont:a delli Trenelli lontana cinque millia da Maron, à monte il monte del Gulem, pio duoi tavole trenta».
§~ In latino medievale, Tainellum = trappola che si usa nella caccia al cinghiale [Du Cange].

Trentapassi, Corno, Córen dei Trenta pas
Il Corno Trentapassi è una montagna delle Prealpi Bresciane, tra Vello e Toline, alta 1248 m, sulla sponda orientale del lago d’Iseo, isolata rispetto ai rilievi prealpini circostanti e protesa nel lago; la vetta della montagna è un ottimo punto panoramico nonostante la quota modesta. Costituita da rocce calcaree, presenta un aspetto aspro e scosceso; scarsa è la copertura della vegetazione, in modo particolare sul brullo versante sud.
§~ Tapa voce bergamasca per ceppo, Tapàs ne è l’accrescitivo. Il monte presenta tre cocuzzoli, Tre Tapàs. Il monte, a Zone, non era conosciuto con questo nome bensì con quello di Punta di Vignole.
Pas = passo, [Gnaga].
Il nome Tre Tapàs è stato interpretato come Trétapas.

Trento, via
La via è, all’altezza della parrocchiale, una traversa a monte di via Roma che giunge fino al passaggio a livello; nella cartografia storica, il tratto iniziale non ha nome mentre il tratto finale era parte di via Rassica.
§~ Celebra, come per via Trieste, la liberazione di Trento dalle truppe austro-ungariche, nel novembre 1918.
Il messaggio del presidente del Consiglio, Vittorio Emanuele Orlando, al generale Armando Diaz, capo di stato maggiore dell’Esercito, e all’ammiraglio Emilio Thaon di Ravel, comandante supremo della Marina, alla liberazione di Trento e Trieste: «Il prodigio si è compiuto. Si è compiuto come neppure le nostre più audaci speranze potevano figurarsi. Un unico giorno ha visto insieme liberati gli estremi lembi della patria invasa e il tricolore sventolare sulle due città per le quali i nostri cuori sanguinarono nella tacita attesa, fiammeggiarono nella lotta leonina. La geniale saggezza dei duci, la costanza indomita e l’ardimento eroico dei soldati e dei marinai, hanno ravvivato di nuova luce immortale la grandezza e la gloria d’Italia: essa non si spegnerà nei secoli. A tutti quanti furono alti e umili artefici di questo prodigioso si rivolge la riconoscenza infinita della Patria. Da lontano invio all’E.V. un saluto che è un grido di fede, di commozione, di esaltazione quale la parola non potrebbe mai» [5/11/1918].
§~ Vedi contrada della Rassega.

Tresanda della Piazza, contrada
Nel 1573, Antonio Zeni ha la casa in Tresanda della Piazza.
§~ In dialetto bresciano, Tresanda = piccola via perpendicolare a una più grande; può essere variante di contrada Rosine.

Trieste, via
È la via chiusa che parte da via Roma, di fronte alla piazza Vittorio Emanuele; prima della ridefinizione toponomastica fascista era via Chiepi.
§~ Nel novembre 1918, al termine della Prima Guerra Mondiale, Trieste fu unita all’Italia. L’annessione formale della città e della Venezia Giulia avvenne però solo due anni più tardi, fra il novembre 1920 e il gennaio 1921, quando questa divenne effettiva con il trattato di Rapallo.
Vedi Chiepi, contrada di

Trólec', i, bosco
Porzione di bosco a Sud-Ovest della cascina Bontempo (mappali 1619 e 1338)
§~ In dialetto bresciano, Tról, Trós = Tràgol = ramaccia; Trolà = Trainà = trainare. «Tragolà = Tirà ’l tragol = «Strascinare checchessia sulla ramaccia». La ramaccia è una slitta o un traino formato da due grossi rami.

Trós, el, bosco
È il versante boschivo del Tisdèl che guarda verso Est (nel mappale 1561).
§~ In dialetto bresciano, Trós = Tragol = ramaccia, slitta o un traino formato da due grossi rami.
A Zone e a Sale Marasino (e, quindi, presumo anche a Marone) Tragol = scivolo per far scendere la legna a valle, dove i significati di slitta e solco da questa lasciato coincidono; Trós = solco in cui i tronchi sono trainati a valle, traccia, sentiero.

Tupì, el, prato e bosco
È il mappale 1595, prato e bosco, a Sud-Est della cascina Brégn. Vedi, anche, Canta e Prat dela Cesa.
§~ Dialetto bresciano, diminutivo di Tópa = zolla.