La toponomastica maronese – lettere H-I-L

Roberto Predali

H

Hiorta, contrada
Il toponimo compare solo nel 1573 e in altra parte del documento è detta contrada dell’Orca: «Una pezza di terra aradora et parte olivata, et parte prativa guastiva, corniva come se dice a limetti in contrada de Hiorta […], de tavoli 38» e «It: un’altra [pezza di terra] arad:a, olivata, prativa, guastiva, corniva, cont:a dell’Orcha, à diman heredi di Mathe di Cassi, à mezo di quelli de Irma tavole trenta otto». Dai confini con le proprietà degli Hirma e dei Cassia la contrada di Hiorta o Orca è variante di contrada di Marzul o Marzolo (vedi).
§~ In latino medievale Orca = Umbrosa = [terreno] ombreggiato, [Du Cange].

Horen, contrada di Colpiano, terreno
Variante di Loreno (vedi) a Collepiano: la località è delimitata a Nord da via Grumello, a Ovest e Sud dalla via Piana e a Est da quella che era la Ràta de Caàl.
Il toponimo compare solo nel 1641: «Una pezza di terra aradora, vidata, et parte lamitiva in detta contrada [di Collepiano], chiamata l’Horen […] di tavole cinquanta otto».
§~ In latino medievale, Loramentum = «concatenatio lignorum quæ solet fieri in fundamentis ædificiorum», struttura di legno che si fa nelle fondamenta degli edifici, [Du Cange]. Vedi Loreno.

Hortal, l’, contrada di Pregasso, terreno
Terreno poco a Sud dell’originario abitato di Pregasso; oggi è urbanizzato.
Nel 1641 Giovanni Bettino Gaia e fratelli possiedono «Una pezza di terra aradora, vidata chiamata l’Hortal […] di tavole trentasei»; sempre nel 1641, Cristino Cristini fu Santino è proprietario di «Un’altra [pezza di terra] aradora, vidata in contrada del Hortade […] di tavole tredeci». Nel 1785 la proprietà è passata agli Zanotti dei Rós che a Pregasso hanno «Un corpo di case di più stanze terranee, e superiori» ereditate dai cuglini Zanotti dei Morellini, cui è annessa «una pezza di terra arradora, vidata […] chiamata l’Ortal», di 32 tavole: è la superficie attuale dell’area che ancora oggi è detta Ortal, occupata dall’abitazione e dal prato del fu Battista Fülmen Zanotti di Bernardo Carossa. Oggi sono i mappali 2783 (terreno) e 2759 (fabbricato).
§~ In latino, Hortus = ogni luogo cinto di uno steccato, siepe o comunque delimitato; giardino, orto.
In latino medievale, Hortus = orto [Du Cange]; negli estimi, dal 1500 al 1700 ha questo significato.
In latino medievale, Hortalis = luogo di molti orti [Du Cange].

I

Inambaroli, d’, contrada di
Variante di contrada di Ambaroli o Foppe, (vedi). Nel 1641 si legge: «Una pezza di terra nella contrata d’Inambaroli aradora, vidata, et olivata […] di piò uno, tavole dieci».

Inisone, contrada di
Nel 1785, Filastro Zeni possiede «una pezza di terra aradora, vidata, ed olivata […] in contrada del Follo, chiamata di Inisone». Negli estimi, dal ’500 al ’700, è detta anche Iniso, Isone, Irizone, Isor e Inisi de Sotto. Il toponimo indica sia una pezza di terra che la contrada; in qusto caso è variante di contrada del Follo, attuale località Molini di Zone.
§~ In latino medievale, Yson = Avis est de genere vulturis, alba et minor quam vultur, sed rapacissima = specie di uccello simile all’avvoltoio, bianco e più piccolo, ma molto rapace. [Du Cange].
Più probabile, come nel caso di Nisone a Malegno, la derivazione da Nis = Ontano (in latino = Alnicius).

Intra li Vie, contrada di
Interleviti, di, contrada di
Contrada di Interleviti è l’errata trascrizione di Intra le Vie in una delle due versioni del documento del 1573.
Vedi Basnato o Interlevie Sotto Ariolo, contrada di
Jaral, contrada di
Il toponimo si trova solo nel 1573: «Doi pezze di terra montive, contigue, boschive, cont:a de Jaral […] pio uno».
§~ Probabile variante di Arai, Arali (vedi).

L

Lago, contrada del
Nell’estimo del 1573, quando vi sono le uniche citazioni della contrada del Lago, vi hanno l’abitazione Filippo Belassi e Ippolito Zatti; è variante di contrada delle Calchere e di contrada del Porto san Martino, attuale Lungolago Marconi.
Una curiosità: A Marone, nel 1573 vi sono 54 campi che confinano con il lago; nel 1641 sono 62; a Vello, nel 1641, i campi sono 32.

Lavina, contrada della
Il toponimo compare nel 1641, tra i beni del Beneficio parrocchiale di Marone: «Una pezza di terra boschiva, et guastiva nella contrata della Lavina, confina […] à monte la valle di tavole quaranta». È un terreno in Gambalone.
§~ In latino, Labina = smottamento, frana.

Leadel, contrada del
Il toponimo compare solo nel 1573 tra le proprietà di Matteo fu Giacomo Guerini di Vesto: «Un’altra [pezza di terra] arad:a, vid:a, salesiva, cont:a del Leadel, à monte strada, à sera il lago tavole ottanta cinque».
Le contrade di Marone che confinano con il lago sono Bagnadore - nel 1500 esclusiva proprietà degli Hirma e, dal 1600 dei Ghitti -, Forno, Fiume o Marzolo - gran parte proprietà dei Maturis - Breda, Vela e Rodel. Matteo Guerini ha i propri terreni coltivati posti tra Remina a Sud e Breda a Nord: Leadel è il variante, probabilmente, di Breda, Vela o Rodel, poiché il terreno è detto «salesivo», [in latino medievale, Salesare, Salizare = piastrellare; in senso figurato e in questo caso, terreno pianeggiante].
§~ A Pontoglio vi è Levadello e vari sono i toponimi Levada in Lombardia, derivati da Levata = luogo sopraelevato (anche una strada) o la chiusa di un corso d’acqua. In dialetto bresciano, Leà = alzare.

Legier, contrada del
Il toponimo compare una sola volta nel 1573 tra le proprietà di Giacomo Cristini. È un campo a Pregasso, descritto come: «una pezza di terra aradora, vidata, guastiva, murachiva cont:a del Legier à diman, et monte strada tavole trenta trei».
§~ Forse storpiatura di Lignaro, vedi.

Lert, Lèrt, cascina
Lert, Lèrt, contrada
Lèrt è una località e una cascina (oggi mappale 687) a Est di Collepiano.
Nelle mappe del 1808 e del 1842, con questo toponimo sono indicate due cascine limitrofe, di cui una posta sul percorso della Strada consorziale del Lert (mappale 1128) e l’altra poco a Nord (mappale 1103). Nella mappa del 1898 la prima è scomparsa e l’altra, costruita nel mappale 1103 ha il numero 687.
Nel 1785, Giovanni Pietro Guerini di Lelia possiede «una pezza di terra arradora, vidata, lumettiva, corniva con stalle, e fenile […] in contrada di Ler sopra Calpiano […] di piò due tavole quaranta due»; altri 3 maronesi hanno terreni nella contrada e un campo è omonimo alla contrada.
§~ In latino medievale Hertus = asper et malus = (di strada, luogo) sconnesso, scosceso, irto, selvaggio e pericoloso.

Libertà, piazza della
Il 5 giugno 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale di Marone delibera: «Sotto la presidenza del sindaco signor avv. Luigi Dell’Oro e dei Signor Leoni Mario Presidente, presenti i membri: Cristini Giuseppe, Zorzi Francesco, Galli Alberto, Uccelli Angelo, avv. Giacomo Salvi, Cristini Alessandro, Dusi Natale, Buizza Luigi, Zorzi Luigi, e Comini Carlo; assenti Comelli Giuseppe e dr. Mario Caramazza; assente giustificato il signor Goffi rag. Luigi Segretario del Comune, funge da segretario il sig. Turelli Martino.
Riconosciuta la necessità di dare un nome alla Piazza Comunale, già Piazza della Repubblica e alle vie XXI Aprile e XXVIII Ottobre eliminando in tal modo anche nell’esteriorità i simboli di un’era tri­stemente passata alla storia per le sue atrocità politiche il Comitato approva le seguenti denominazioni, espressione della vitale rinascita dell’Italia liberata.
Piazza della Libertà sostituisce Piazza della Repubblica.
Via Battista Cristini sostituisce via XXI Aprile, in onore dell’olocausto che il Cristini fece della propria vita per la propria idea in una imboscata tesa presso il cimitero di Marone per l’odio fra­tricida fascista.
Via Metelli Giacomo sostituisce via XXVIII Ottobre; [Giacomo Metelli è] caduto con le armi in pugno in Bolzano l’8/9/1943, insorto contro il tedesco per la redenzione d’Italia dal nazifascismo».
La delibera diviene effettiva solo per le due vie, mentre la piazza continua a chiamarsi, come sempre, Vittorio Emanuele.

Lignaro, detto il, terreno
Campo a Pregasso.
Nel 1641 è «una pezza di terra aradora, vidata, et guastiva, chiamata il Lignaro […] di tavole dieci otto»; nel 1785 è una pezza di terra di 14 tavole «arradora, vidata, lumettiva, olivata, e murachiva».
§~ In latino medievale, Lignare = «Jus ligna exscindendi in silvis», diritto di tagliare alberi per farne legna nei boschi, [Du Cange].

Littorina, la, abitazione
Casa ad Ariolo, mappale 1808, a destra dell’Òpol.
§~ La denominazione è dovuta alla forma, lunga e stretta, che la fa sembrare a una “Littorina”, treno costruito dal 1936 dalla Breda e dalla Fiat.

Lodreno, contrada di
La contrada si trova a monte di Ariolo, alla sinistra idrografica della valle dell’Òpol, verso Pregasso.
Nel 1573 è detta contrada del Lodri ed è citata 5 volte per appezzamenti piuttosto grandi: «It: un’altra [pezza di terra] montiva, castigniva, boschiva cont:a del Lodri […] à sera val pio uno tavoli cinq:a». Nel 1641 è denominata Lodreno, Lodrini o Lodrino con 4 ricorrenze e designa pezze di terra con superficie inferiore al piò. Nel 1785 la contrada è citata 6 volte come terreno a prato e bosco.
§~ Cfr. Lodrino in Valle Trompia e nel Canton Ticino, dal latino medievale Alloderius = «liber a censu, villano opponitur», cioè colui che è pienamente proprietario di un fondo, [Du Cange]. Il derivato in -ino indica appartenenza.
In latino medievale, Lodramentum, Lodiamentum = casa, [Du Cange].

Longhe, contrada della Breda detta, terreno
Longhe, contrada della Breda di Sotto detta, terreno
È una pezza di terra arativa, vitata e olivata di 75 tavole che confina a Est con la contrada di Ambaroli o delle Foppe.
§~ In dialetto bresciano: Lónch = lungo; probabilmente per la forma allungata del terreno.

Loreno, Lóren, cascina
Nelle mappe del 1808 e del 1842 è la prima cascina a Est di Collepiano, detta Loreno, sulla Strada pubblica detta della Madonna. Nella mappa del 1898 è disegnata senza nome, il mappale del terreno è, come nelle precedenti mappe, il 1179. Oggi è una stalla - di proprietà della famiglia Cristini detta Crocole - di circa 525 mq e un’abitazione di circa 200 mq.
Nelle immediate vicinanze vi è il Fontanì de Lóren, una sorgente, surtìa.
§~ In latino medievale, Loramentum = «concatenatio lignorum quæ solet fieri in fundamentis ædificiorum», struttura di legno che si fa nelle fondamenta degli edifici, [Du Cange].
In dialetto bresciano, Lóren = Alloro, Laurus nobilis.

Lourdes, santella di
L’edicola di Lourdes è posta all’inizio di via Alagi e di via Garibaldi. È stata costruita nel 1925-26 da Stefano Guerini, marito di Bigia Fèra, perché proteggesse gli abitanti di Ariolo. La gente della contrada si radunava davanti alla santella per recitare il rosario, ma anche per fa piasöla, cioè per sèntas dó sulle pietre lunghe che si trovavano lì davanti, per fa ‘na ciciàrada en pace, per fa ‘na bèla pipadina, (far piazza, fare una chiacchierata ed una pipata in pace), naturalmente sotto lo sguardo vigile della Madonna. Contiene una statua della Madonna di Lourdes. La Madonna ha un vestito bianco, azzurro, d’oro. È posta su un blocco di marmo marrone, con dipinto un fiumiciattolo. Lo sfondo è di tufo, proveniente dalla località Grumello. All’inizio, nell’edicola, fu collocata una statua piccola. Circa 30 anni fa, suor Caterina Guerini, acquistò la statua grande che ancora oggi vi si trova.
§~ Lourdes è la località dei Pirenei francesi dove, nel 1858, la Madonna sarebbe apparsa alla giovane Bernadette Soubirous.

Luè, terreno
Nel 1641, Comino fu Giovanni Bontempi possiede «una pezza di terra arrad:a, vid:a, et parte lamitiva, corniva, in contrada di Colpiano, chiamata Luè, […] di tavole novanta due».
§~ In dialetto bresciano, Luéra = trabocchetto, «luogo fabbricato con insidie dentro il quale si precipita a inganno», ovvero la trappola per i lupi.
In latino medievale, Luega = cloaca, latrina ma anche luogo in cui si può edificare [Du Cange]

Lugane, alle
Il toponimo compare solo nel 1573: «Un’altra arad:a, olivata, alle Lugane, à diman il monte, à sera ingresso tavole settanta».
§~ In dialetto bresciano, Löch = luogo [?].