A casa non ci sto. Le vicende di Francesco Ghitti detto Papaùta, girovago.

di Francesca Italiano


I documenti raccontano
: progetto di Regione Lombardia, U.O. Portale del patrimonio culturale e valorizzazione degli archivi storici.
Partner: Comunità Montana di Valle Trompia e Comunità Montana Sebino Orientale, SIBCA di Valle Trompia.
Con il contributo di Fondazione Cariplo.
Realizzazione: Cooperativa A.R.C.A.
Direttore del progetto: Roberto Grassi 

Francesco Ghitti dei Pestù, figlio di Giuseppe [31/01/1822-20/03/1868] e Maria Fiora Guerini [19/05/1829-08/06/1888], nasce a Marone il 21 luglio 1852.
È il secondogenito.
Prima di lui è nata Antonia Caterina [14/03/1851-7/08/1852].
Dopo di lui nascono Lorenzo Giovanni [1856-?], Bartolomeo [24/04/1858-13/01/1862], Lorenzo [05/11/1860-22/01/1973], Bartolomeo [02/09/1863-13/01/1862] e Bortolo [29/06/1867-17/11/1868].
La madre dopo la morte del marito si sposa con Sebastiano Novali del Bastià il 22/09/1878.
Francesco, celibe, muore il 14 marzo 1895. [R. P.]

È una storia di viaggi, di fughe, di chilometri marciati, a suon di piedi scalzi, o di zoccoli chiodati, questa.
Non riesce proprio a stare a casa, Francesco Ghitti detto Papaùta.
Siamo nel 1861 la prima volta che decide di scappare.
Chiudete gli occhi e immaginate.
L’asfalto è terra battuta, prato, bosco, torbiera, le auto carretti trainati da un cavallo stanco, le scarpe piedi nudi, i vestiti stracci di fortuna, i bambini piccoli adulti, gli adulti vecchi; mentre l’inverno, quello è sempre inverno, e anche di più, e le distanze sono le stesse, lunghe uguali.
I primi movimenti di Francesco avvengono un po’ in sordina e poche sono le informazioni a riguardo.
È dicembre quando Francesco scappa dalla casa paterna a Marone, anche se non è noto dove si diriga. Immediatamente partono le indagini. La Prefettura scrive a tutti i distretti della provincia, comunicando la notizia della fuga e tracciando un veloce ritratto del fuggitivo: grandi occhi bigi, bocca grande e, soprattutto, molto scaltro.

Prefettura della Provincia di Brescia
Ufficio di Pubblica Sicurezza
N. 405
Oggetto: Ghitti Francesco
Al signor Delegato Mandamentale di Gardone
Brescia, lì 22 gennajo 1862
Il giorno 22 dicembre prossimo passato fuggiva dalla casa paterna in Marone (Iseo) un fanciullo per nome Ghitti Francesco di Giuseppe e di Fiora Guerrini, d’anni 11, dipinto siccome molto scaltro, di occhi grandi bigi, e bocca grande. Fino ad oggi riuscirono vane le ricerche fatte per rinvenirlo, e perciò il sottoscritto, a seguito di istanza del genitore, deve porgere preghiera perché anche da codesto ufficio sieno attivate le occorrenti indagini, circa al risultato delle quali si attenderà un cenno di ragguaglio.
Pel Prefetto, Bosone

Una successiva nota della Prefettura del 31 gennaio comunica che Francesco è stato ritrovato e, presumibilmente, ricondotto a casa.
È da lì, infatti, che nel marzo 1862, Francesco scappa nuovamente e raggiunge Passirano: 22 chilometri di stenti; lo sarebbero per qualunque adulto, ma Francesco non è un adulto: è un bambino di 9 anni.
A Passirano trascorre i giorni chiedendo la carità, «campa la vita questuando» recita la nota della Prefettura di Brescia al Comune di Marone. La stessa nota intima seccamente al Comune di attivarsi per «far rientrare questo ragazzo nella propria famiglia», e se «si verificasse il caso di collocare il ragazzo in un pubblico stabilimento ne dovrà essere fatta proposta».
Chiuso.

Perché è scappato Francesco? Nessuno se ne interroga. Sta bene? A nessuno importa.
Pochi giorni dopo il padre, l’illetterato Giuseppe, è convocato in municipio e precettato di «tenere il vagabondo presso di sé e di procurare la sua educazione». Nel verbale della convocazione compare un elemento nuovo e importante. Il sindaco, infatti, constatando «che la fuga dalla casa paterna del piccolo sia causata pei mali trattamenti, fa pure precetto al padre di astenersi d’ora innanzi».

Dunque, Francesco scappa perché le prende di santa ragione? E il padre, dopo la convocazione in municipio, ha capito l’antifona?
A questa domanda risponde Francesco che 12 giorni dopo è a Travagliato: 33 chilometri di stenti.
A Travagliato chiede all’agricoltore Ziliani di essere assunto come famiglio, asserendo «d’essere stato mandato via da casa dal proprio padre perché andasse in cerca di padrone». Allora Francesco scappa perché il padre non lo vuole in casa? Allo Ziliani viene qualche dubbio sulla veridicità delle parole del bambino e Francesco è costretto alla rimpatriata. Ma passa poco, è giugno e i piedi di Francesco sfiorano Acquanegra sul Chiese, 99 chilometri di stenti, ma non si possono riposare perché di lì a poco viene arrestato dai Reali Carabinieri in Canneto sull’Oglio e rinchiuso nel carcere, non minorile, di Brescia. Il 25 giugno, 23 giorni di carcere dopo, il padre, preventivamente convocato, raggiunge l’ufficio Centrale di Sicurezza Pubblica di Brescia e, «promettendo di non lasciare intentata via alcuna da parte sua onde ottenere il ravvedimento del ragazzo stesso» chiede e ottiene che Francesco venga riconsegnato alla famiglia. La Prefettura dispone al Comune nativo di sorvegliare «la condotta tanto del ragazzo, quanto dei genitori e specialmente dei mezzi di redarguizione adoperati da questi ultimi emergendo [...] che specialmente il di lui padre sia facile trascendere a percosse».
Di nuovo botte.

Trascorre un anno senza notizie.
Nel giugno 1863, 11 anni ancora da compiere, Francesco è a Gussago, 28 chilometri di stenti, e il sindaco di Marone, interpellato da quello di Gussago, non ne può già più: «Questi [Francesco] tende al vagabondaggio ed è già la terza [quinta, ndr] volta che abbandona i propri genitori per girovagare oziosamente». Non sa che solo un mese dopo le «volte» diventano sei.
A fine luglio infatti Francesco è a Sopraponte, 60 chilometri di stenti, a casa della maestra Bertoni di lì, la quale dichiara «di aver ricoverato presso di sé un ragazzo lacero e affamato». Lacero e affamato, il povero Francesco. E per la prima volta si legge per lui uno spiraglio di possibilità; il Comune di Sopraponte chiede infatti al Comune di Marone se, il ragazzo, «lo si vuole richiamare presso la famiglia, o se lo si vuole lasciare presso la famiglia ove ora si ritrova, avvertendo che in quest’ultimo caso [...] si fa piena fede che il giovine è benissimo appoggiato per qualunque siasi riguardo». E Marone dice sì, se la maestra vuole tenerlo, che se lo tenga pure il vagabondo, ma solo «sotto stretta sorveglianza». Francesco resta dalla maestra Bertoni? Non lo sappiamo. È certo però che rientra nella famiglia di origine prima del dicembre 1865.

Nello stesso dicembre del ’65, di nuovo, scappa alla volta di Provaglio d’Iseo: 19 chilometri di stenti. A Provaglio lavora per ben 15 giorni consecutivi presso la casa di un tal Cittadini in qualità di famiglio. Ma il 17 dicembre non ne può più. Cosa gli passa per la testa? Cosa gli si agita dentro? Si sente braccato, in trappola? Ha l’affanno, scappa e scappa rubando: due paia di calzoni di fustagno di cui uno usato, una camicia di tela, una flanella di panno usata, un cappello usato, un paio di calze usate. Un furto di sopravvivenza. E, forse con questi abiti indosso, pochi giorni dopo è a Villongo S. Alessandro, 15 chilometri di stenti, dove, per cavarsela, usa una tecnica degna dei migliori ricercati: cambia identità. In Comune si qualifica, infatti, come Speroni Francesco, dice di avere un padre ammalato e un fratello piccolo, e chiede di trovare lavoro.

Il sindaco di Marone però, informato dei fatti, non ci casca e smaschera il truffaldino che una mezza verità l’ha anche detta: il padre è veramente a casa infermo e, «sebbene poi del padre infermo non si possa dir male, il figlio non si è diportato troppo bene ed il suo carattere è quello dell’ozioso e vagabond[o]».
Il povero padre è dunque la vittima del cattivo Francesco?

Dopo un mese il Comune di Villongo sollecita nuovamente Marone: Francesco è da circa un mese che lavora come famiglio e «lo stesso si è diportato molto bene e verrebbe accolto definitivamente» ma, aggiunge, «si avrebbe desiderato che suo padre o qualche altro suo parente si fossero degnati di venire a riceverlo o ad accordarlo». Quindi nessuno più riporta a casa Francesco, né i parenti, né gli agenti di sicurezza. L’11 febbraio il padre è però convocato in Comune e, diffidato a raggiungere Villongo per recuperare il figlio colà occupato, promette di mettersi in viaggio entro tre giorni dalla data di convocazione.
Due anni senza notizie.

Nel dicembre 1867 Francesco si assenta nuovamente dalla famiglia e raggiunge Castel di Rogno: 23 chilometri di stenti.
Il Comune di Rogno informa Marone che il ragazzo lavora come domestico in casa di un tal Sangalli presso il quale dice di trovarsi bene e di voler rimanere.

Ma niente da fare, non può stare fermo e poco più di un anno dopo, nel febbraio 1869, Francesco è a Grassobbio, 54 chilometri di stenti, dove domanda di poter lavorare come famiglio per un tal Parimbelli. Il Comune di Grassobbio pertanto chiede alcune informazioni a Marone, ma la lettera è ancora in viaggio quando Francesco sparisce dalla casa del Parimbelli portando con sé una giacca e un paio di calzoni di fustagno e una camicia «statigli forniti dal Parimbelli perché [Francesco] si trovava malconcio». Un altro furto di sopravvivenza, del valore di lire italiane 15 e una minacciata querela. Viene ritrovato? Ritorna a casa? Si pente e porta gli abiti al proprietario? Nessuna risposta.

Nell’aprile 1870, 18 anni ancora da compiere, per la prima volta viene ascritto fra le sentenze penali della Pretura di Iseo: è condannato a £ 50 d’ammenda per contravvenzione boschiva.
Quattro anni dopo, nel giugno 1874, la Pretura di Iseo chiede informative circa la condotta di Francesco Papaùta sospettato di furto di legna. Il Comune di Marone risponde confermando alla Pretura i sospetti di ladrocinio e denunciando ufficialmente Francesco. La Pretura, per poter far chiarezza sulla figura del ragazzo e poter valutare l’eventuale adeguata punizione, chiede al Comune un «dettagliato rapporto» nel quale compaiano tutti gli elementi utili alla formulazione della giusta ammonizione. In particolare la Pretura vuole chiarire se la sanzione da dare a Francesco debba essere conforme al reato di oziosità e vagabondaggio o se la si debba coniugare alla colpa di ladrocinio. Il Comune di Marone invia quindi alla Pretura tutte le carte raccolte negli anni riguardanti il caso, oltre al richiesto rapporto, nel quale vengono ribaditi tutti i misfatti di Francesco, resi in toni ancor più inflessibili di quanto finora non fosse già stato scritto.

Francesco è qui tratteggiato come «persona di fama perduta e di cattiva condotta e di carattere non buono», nonché «dall’inclinazione prava» e di «cattiva educazione». Nemmeno il suo contesto sociale sembra poterlo in qualche modo scagionare: il fatto che lui non abbia «nessun appoggio né soccorso de’ alcuno né amico né parente ed essendo privo di qualunque mezzo di sussistenza» non serve ad alleviare la colpa, bensì ad indirizzarla verso l’accusa di mera oziosità. Le ultime parole, infine, non lasciano spazio ad alcun eventuale riesame del giudizio: «Ghitti è abile al lavoro, ma non vuole lavorare».
Caso chiuso.

Nell’agosto dello stesso anno la madre di Francesco riceve l’inaspettata visita domiciliare del Sindaco accompagnato dal segretario comunale e da due testimoni nelle persone delle guardie boschive comunali. I quattro cercano Francesco, assente da casa, e perquisiscono l’abitazione alla ricerca di beni «di furtiva provenienza», ma non rinvengono alcunché.
Due segnalazioni del dicembre 1874 indicano il ragazzo prima a Comezzano, 42 chilometri di stenti, dove lavora come giornaliero per un mese presso il signor Senici lasciando «di sé buona impressione», poi a Sale Marasino, 3 chilometri di stenti, dove un tal signor Turelli, che lo impiega, lo definisce «operaio fedele e laborioso».

La faccenda si chiude nel febbraio 1875 con una nota del Comune di Marone alla Pretura di Iseo finalizzata alla restituzione dei documenti precedentemente inviati, riguardanti il caso di Francesco Ghitti.
La storia però, come tutte le storie di viaggi, non ha una fine.
Di Francesco non si è saputo più nulla. Le sue carte sono serrate dentro a un fascicolo ma i suoi piedi, forse, stanno ancora correndo, da qualche parte, nella campagna lombarda.
E lui respira e si sente libero.

CONTESTO ARCHIVISTICO

La ricerca è stata effettuata presso l'archivio storico del comune di Marone, riordinato e inventariato a cura della Cooperativa A.R.C.A. di Gardone V.T. nell'ambito delle attività del Servizio Archivistico Territoriale della Comunità Montana del Sebino Bresciano, e presso l'archivio della Commissaria Distrettuale di Bovegno e Gardone V.T., non ancora riordinato e inventariato.
Per il presente dossier sono state consultate la sezione ottocentesca, serie Titoli 1860-1897, titolo Sicurezza Pubblica, busta 122, dell'archivio comunale di Marone, e la busta 88 dell'archivio della Commissaria Distrettuale di Bovegno e Gardone V.T.

DOCUMENTO 1
Comunicazione della Prefettura di Brescia alla Delegazione Mandamentale di Gardone Val Trompia riguardo la prima fuga di Francesco, 22 gennaio 1862.
Prefettura della Provincia di Brescia
Ufficio di Pubblica Sicurezza
N. 405
Oggetto: Ghitti Francesco
Al signor Delegato Mandamentale di Gardone
Brescia, lì 22 gennajo 1862
Il giorno 22 dicembre prossimo passato fuggiva dalla casa paterna in Marone (Iseo) un fanciullo per nome Ghitti Francesco di Giuseppe e di Fiora Guerrini, d'anni 11, dipinto siccome molto scaltro, di occhi grandi bigi, e bocca grande. Fino ad oggi riuscirono vane le ricerche fatte per rinvenirlo, e perciò il sottoscritto, a seguito di istanza del genitore, deve porgere preghiera perché anche da codesto ufficio sieno attivate le occorrenti indagini, circa al risultato delle quali si attenderà
un cenno di ragguaglio.
Pel Prefetto, Bosone

DOCUMENTO 2
Comunicazione della Prefettura di Brescia alla Delegazione
Mandamentale di Gardone Val Trompia riguardo il ritrovamento di Francesco, 31 gennaio 1862.
Prefettura della Provincia di Brescia
Ufficio di Pubblica Sicurezza
N. 405
Oggetto: Desistenza di ricerche
Al signor Delegato di Pubblica Sicurezza di Gardone
Brescia, lì 31 gennajo 1862
Avendosi ottenuto il rintraccio del fanciullo Ghitti Francesco di Marone, il sottoscritto ne porge opportuna notizia per la desistenza delle ricerche, delle quali si officiava colla nota in data 22 cadente pari numero della presente
Pel Prefetto, Bosone

DOCUMENTO 3
Disposizione della Prefettura di Brescia circa la presenza di Francesco nel Comune di Passirano, 22 marzo 1862, fronte e retro.
Prefettura della Provincia di Brescia
Ufficio di Pubblica Sicurezza
Oggetto: Ghitti Francesco
Brescia, lì 22 marzo 1862
Al signor sindaco di Marone.
Viene portato a cognizione di quest’ufficio che il ragazzo Ghitti Francesco oggetto da ultimo della nota 29 scorso gennaio n. 71 trovasi attualmente a Passirano dove campa la vita questuando.
Nel partecipare quanto sopra al Signor Sindaco di Marone perché ad attivare le occorrenti pratiche per far rientrare questo ragazzo nella propria famiglia, il sottoscritto lo invita a voler raccomandare caldamente ai genitori del medesimo una maggiore sorveglianza sopra il loro figlio ritirando da loro atto di sottomissione ne' sensi e per gli effetti del sottoscritto 441 del Codice penale.
Che se a termini del paragrafo medesimo e dell’art. 86 della legge di sicurezza pubblica si verificasse il caso di collocare il ragazzo in un pubblico stabilimento ne dovrà essere fatta proposta.
Si attenderà ad ogni modo analogo rapporto informativo.
Pel Prefetto, Bosone

DOCUMENTO 4
Verbale di convocazione del padre presso il municipio, 25 marzo 1862.
Il Municipio di Marone
Mandamento d’Iseo
Marone lì 25 marzo 1862
Vista la nota 22 andante marzo n. 405 della Regia Prefettura di Brescia in appoggio alla medesima venne in quest’ufficio oggi 25 detto Ghitti Giuseppe padre del vagabondo ragazzo Ghitti Francesco ricercato da quest’ufficio con nota 29 gennaio prossimo passato n. 71.
Comparso il su nominato genitore venne siccome viene diffidato a tosto provvedere di far tradurre a casa il detto figlio e del pari giusto il disposto dall'art. 441 del Codice Penale di cui si fa lettura, si fa al medesimo precetto di tenere il vagabondo presso di sé e di procurarne la sua educazione sotto comminatoria della pena portata dall'articolo succitato.
Siccome poi consta che la fuga dalla casa paterna del piccolo sia causata pei mali trattamenti, così si fa pure precetto al padre di astenersi d’ora innanzi, avvertito che in caso di contravvenzione verrà sottoposto a giudiziaria procedura.
Letto il presente che il citato dichiara di aver ben inteso, e che del pari si obbliga attenersi scrupolosamente alle fatte prescrizioni si ritira la di lui firma.
Croce † di Ghitti Giuseppe illetterato.
Il sindaco, Guerrini

DOCUMENTO 5
Comunicazione del Comune di Travagliato circa la presenza di Francesco nel Comune, 3 aprile 1862.
Provincia di Brescia
Circondario di Brescia
Mandamento di Ospitaletto
Municipio di Travagliato
Travagliato lì 3 aprile 1862
Al lodevole signor sindaco di Marone.
Venne accolto da questo Ziliani Giuseppe possidente agricoltore in qualità di famiglio un giovinetto che si è qualificato per Francesco Ghitti figlio di Giuseppe e di Fiorina N. d’anni 11 circa nativo e domiciliato in cotesto Comune, dichiarando d’essere stato mandato via da casa dal proprio padre perché andasse in
cerca di padrone.
Si fa dovere il sottoscritto di dargliene partecipazione perché sia assunta la cosa, potendo supporsi all’opposto che d’esso fosse fuggito.
Il sindaco, [firma illeggibile]

DOCUMENTO 6
Comunicazione della Prefettura di Brescia relativa all'arresto di Francesco, 18 giugno 1862, fronte e retro.
Prefettura della Provincia di Brescia
Ufficio di Pubblica Sicurezza
N. 405
Oggetto: arresto del ragazzo Ghitti Francesco
Brescia, lì 18 giugno 1862
Quel ragazzo Ghitti Francesco di cui era cenno da ultimo nella nota di codesto signor Sindaco 19 maggio prossimo passato venne il 2 corrente arrestato ad Acquanegra e recluso nelle carceri di S. Urbano.
Atteso gli antecedenti di tale ragazzo si rende necessario che il medesimo sia consegnato ai proprii genitori che devono prestare ai sensi dell'articolo 441 del Codice Penale, sottomissione di attendere alla sua educazione, o quanto meno in vista della tendenza dal medesimo spiegata al vagabondaggio essere denunciato al locale Tribunale onde sia decretato il di lui ricovero in uno stabilimento di lavoro.
Vorrà quindi il Sig. Sindaco interessarsi a rendere di ciò avvertiti i genitori stessi, con diffida a presentarsi a
quest’ufficio al più presto possibile non senza trasmettere un cenno di ragguaglio sull’antecedente condotta del ragazzo in discorso per poi adottare a suo riguardo quelle misure che saranno del caso.
Il Delegato di Circondario, (firma illeggibile)

DOCUMENTO 7
Verbale di convocazione del padre presso l’Ufficio Centrale di Sicurezza Pubblica di Brescia, 25 giugno 1862.
Brescia 25 giugno 1862
Nell'ufficio Centrale di Sicurezza Pubblica
Dietro partecipativa data al sindaco di Marone con nota 18 corrente n. 405 compare oggi Ghitti Giuseppe padre del fanciullo stato arrestato il 2 corrente giugno dai reali Carabinieri in Canneto a sensi della circolare di questo stesso ufficio 23 maggio p. p. perché abbandonato al vagobondaggio ed illecita questua, chiedendo che gli fosse consegnato, e promettendo di non lasciare intentata via alcuna da parte sua onde ottenere il ravvedimento del ragazzo stesso.
Per uniformarsi in qualche modo a quanto viene richiesto dall'articolo 441 del codice penale si è redatto il presente verbale, con cui il Giuseppe Ghitti nel dichiararsi edotto delle conseguenze relative, dichiara pure e promette di attendere all'educazione del figlio onde rimetterlo sulla retta via, salvo a denunciarlo e consegnarlo alla punitiva giustizia se i di lui sforzi all'uopo non potessero ottenerne l'intento.
In conferma di quanto sopra, previa lettura del presente, venne sottoscritto
Croce † di Ghitti Giuseppe illetterato
[Labbia] applicato

DOCUMENTO 8
Comunicazione della Prefettura di Brescia circa la riconsegna di Francesco alla famiglia, 25 giugno 1862, fronte e retro.
Prefettura della Provincia di Brescia
Ufficio di Pubblica Sicurezza
N.405
Oggetto: Ghitti Francesco
Brescia, lì 25 giugno 1862
Al signor sindaco di Marone
Venne dallo scrivente oggi stesso consegnato al proprio genitore il ragazzo Ghitti Francesco di cui era cenno nella nota di quest'ufficio 18 corrente mese con diffida al medesimo di prendere al di lui carico quelle misure di rigore portate anche dall'articolo 441 del Codice Penale qualora non fosse per attendere coscienziosamente all'educazione del proprio figlio essendosi all'uopo redatto apposito verbale per l'avvenienza del caso. Nel partecipare quanto sopra al prelodato signor sindaco, chi scrive deve interrogarlo a voler tener sorvegliata la condotta tanto del ragazzo quanto dei genitori e specialmente sui mezzi di redarguizione adoperati da questi ultimi, emergendo a quest'ufficio che specialmente il di lui padre sia facile trascendere a percosse, ciò che gli fu decisamente inibito, pregando inoltre di un cenno di ragguaglio, quando gli emerga persistere il ragazzo Ghitti fu nella tendenza al vagabondaggio, onde prendere a di lui riguardo le necessarie misure coercitive.
Per il Prefetto, Bosone

DOCUMENTO 9
Risposta al Comune di Gussago circa una precedente richiesta di informazioni su Francesco, 3 giugno 1863.
Provincia di Brescia
Mandamento d’Iseo
Il Sindaco di Marone
N. 310 risposta alla nota 31 prossimo passato n. 693
Oggetto: Ghitti Francesco
Marone lì 3 giugno 1863
All’Onorevole Signor Sindaco di Gussago.
In riscontro alla preziosissima di lei nota in margine indicata le si dichiara che il nominato fanciullo Francesco Ghitti di Giuseppe appartiene in fatti a questo Comune.
Questi tende al vagabondaggio ed è già la terza volta che abbandona i propri genitori per girovagare oziosamente. Il latore è padre del su nominato Francesco che favorirà indirizzarlo onde possa rintracciare il figlio. Porgendole frattanto i voluti ringraziamenti si pregia dichiararsi
Il Sindaco Guerrini

DOCUMENTO 10
Comunicazione e richiesta di informazioni del Comune di Sopraponte circa la presenza di Francesco nel Comune, 24 luglio 1863.
Comune di Sopraponte
Circondario di Salò
Oggetto: Ghidi Francesco ricoverato in Sopraponte
Sopraponte lì 24 luglio 1863
All’onorevole signor sindaco di Marone.
La signora Bertoni Margaritta maestra elementare locale partecipa a questo Municipio di avere ricoverato presso di sé un ragazzo dell’apparente età di 11 undici anni lacero ed affamato, il quale dice essere di codesto Comune, e che si nomina Ghidi Francesco di Giuseppe e di Fiorina, non sapendo poi esso indicare il nome della madre. Nel mentre se ne porge notizia alla Signoria Vostra la si prega a voler riferire se il ragazzo sia veramente quello che si dice, se lo si vuole richiamare presso la famiglia, o se lo si vuole lasciare presso la famiglia ove ora si ritrova, avvertendo che in quest’ultimo caso le si fa piena fede che il giovine è benissimo appoggiato per qualunque siasi riguardo.
Sarà gradito un riscontro per norma.
Il sindaco, Dallavilla

DOCUMENTO 11
Risposta al Comune di Sopraponte, 29 luglio 1863.
N. 456 Fascicolo Pubblica Sicurezza
P.ta lì 29/7/63
Al signor sindaco di Sopraponte.
Il fanciullo capitato costì in casa di quella Signora maestra elementare e che si qualifica per Ghitti Francesco dei viventi Ghitti Giuseppe e Fiora Guerrini è realmente tale, ed appartiene a questo Comune. Questi già tende per natura al vagabondaggio, mentre più volte abbandonò la casa paterna a conseguenza de mali trattamenti recatigli dai genitori, e perciò ove la Signora maestra su nominata credesse che gli potesse essere in qualche cosa utile si opina possa quivi rimanere sotto però stretta sorveglianza, avvertendo che quando poi questa intendesse di lasciarlo potrà essere consegnato all’Autorità Giudiziaria perché mediante trasporto venga quivi rimesso.
Tanto in relazione alla pregiatissima di Lei nota.
Il sindaco, Guerrini

DOCUMENTO 12
Comunicazione e richiesta di informazioni del Comune di Provaglio d'Iseo circa la presenza di Francesco nel Comune e al furto degli abiti, 18 dicembre 1865.
Municipio di Provaglio d'Iseo
Numero 580
Oggetto: Ricovero di Ghitti Francesco di Giuseppe
Provaglio d'Iseo, li 18 dicembre 1865
Al pregiatissimo segretario municipale del comune di Marone.
Il producente Domenico Cittadini di Gianbattista di qui si recca da lei per avere cognizione di certo Francesco Ghitti di Giuseppe d'anni 14 circa di codesto comune, il quale da giorni 15 serviva in qualità di famiglio, ed ieri al dopo pranzo se ne fugiva asportando i sotto seguenti effetti di ragione dell'istante, il
quale appositamente si recca onde sia possibile rinvenirgli, ed a tale uopo lo si interessa a volerlo coadiuvare coll'indicazione della sua casa di abitazione.
Indumenti stati trasportati:
due paia calzoni di fustano uno nuovo ed altro usato,
una camicia di tela,
una fanella di panno nero usata,
un capello nero usato
un paio calze nere.
Giovanni Simoni segretario municipale.

DOCUMENTO 13
Comunicazione e richiesta di informazioni del Comune di Villongo S. Alessandro circa la presenza di Francesco nel Comune, 3 gennaio
1866 (N.B. sul documento è vergato l'anno 1865 ma si presume possa essere un errore di scrittura).
Villongo S. Alessandro
Nozioni circa Francesco Speroni di Giuseppe
Al signor sindaco di Marone
Capitato in questo comune un giovinotto qualificatosi per Francesco Speroni di Giuseppe di circa anni 14, questuando e cercando di occuparsi qual famiglio; lo scrivente dubitando siasi evaso da costà senza forse lasciare traccia di sé, credette bene di consegnarlo per qualche giorno ad un'onesta famiglia, fratanto che vostra signoria si compiacerà riferire se costui sia del suo comune, se sia vero che ha il padre ammalato ed un fratello piccolo.
Nel presumibile caso venisse qui ricevuto qual famiglio il suo ed il carattere, fama e condotta dei genitori e se si possa assicurare sulla di lui fedeltà ecc...
Due sue righe possibilmente sollecite si starà attendendo in proposito.
Villongo S. Alessandro, Mandamento di Sarnico, li 3 gennaio 1866
Pel signor sindaco, [N. Mazza] segretario

DOCUMENTO 14
Risposta al Comune di Villongo S. Alessandro, 7 gennaio 1866.
N. 11 Fascicolo Pubblica Sicurezza
Presente lì 5/1/66
Al signor sindaco di Villongo S. Alessandro Mandamento di Sarnico.
Veramente qui non si conosce alcun giovanotto che si denomina Francesco Speroni, ma si ha motivo a credere e ritenere che quello capitato costì, possa essere Ghitti Francesco di Giuseppe d'anni 13 cioè nato il 1° luglio 1852 il quale di fatti manca da giorni 5 di questo comune come lo ebbe a dichiarare la madre dello stesso.
Ritenuto che il costì capitato sia quello di cui sopra, le si osserva che il medesimo ha cominciato sui 7 o 8 anni a fare il girovago ed il monello, che si è più volte fatto rintracciare e scortare a casa, e che quantunque sieno tanto lui che i genitori stati ammoniti, non si è potuto ridurli al dovere.
Sebbene poi del padre infermo non si possa dir male, il figlio quantunque giovane a quanto consta da relazioni extra comunali non si è diportato troppo bene ed il suo carattere è quello dell'ozioso e vagabondaggio, per cui se trovasi ancora costì al capitare della presente sarà bene sia arrestato e fatto per
trasporto rimandare in comune.
Tanto in riscontro alla pregiatissima di lei nota in margine
segnata.
Marone, li 7/1/1866
Il sindaco Guerrini

DOCUMENTO 15
Sollecito del Comune di Villongo S. Alessandro circa il disinteresse dei parenti di Francesco, 31 gennaio 1866.
N. 35
Al signor sindaco di Marone.
Il giovane Ghitti Francesco, di cui alla sua nota 7 cadente gennaio n. 11 venne ricevuto da onesta famiglia in via provisoria qual famiglio.
Lo stesso sin ora si è diportato molto bene e verrebbe accolto definitivamente. Si avrebbe desiderato che suo padre o qualche altro suo parente si fossero degnati di venire a riceverlo o ad accordarlo, senza mettere lo scrivente nella dispiacenza di usare dei mezzi coercitivi quali non possono che maggiormente
inviperirlo mentre questi nello sviluppo potrebbe diventare onesto e cominciare una vita retta, come è d'uopo sperare.
In ogni caso fra giorni si attende qualcheduno di costà a riceverlo o a convenzionarlo colla famiglia in cui si trova.
Villongo sant Alessandro, li 31 gennaio 1866.
Pel signor sindaco ammalato, [N. Mazza] segretario

DOCUMENTO 16
Convocazione del padre con diffida a raggiungere il figlio a Villongo Sant’Alessandro, 10-11 febbraio 1866,
fronte e retro.
N. d'ordine
Il sindaco del Comune di Marone invita il signor Ghitti Giuseppe fu Bortolo a comparire a quest'ufficio nel giorno di Domenica 11 corrente alle ore 8 antimeridiane per rispondere a quanto gli verrà richiesto.
Dal municipio di Marone lì 10 febbraio 1866
Per il sindaco Ghitti segretario
11 gennaio 1866
Comparso il retro citato venne diffidato a portarsi in Villongo Sant' Alessandro Provincia di Bergamo i ricerca del figlio Francesco Ghitti qui collocato provvisoriamente in qualità di famiglia, ed ha promesso di portarsi colà entro tre giorni.

DOCUMENTO 17
Comunicazione e richiesta di informazioni del Comune di Castel di Rogno circa la presenza di Francesco nel Comune, 28 novembre 1867.
Il sindaco di Castel di Rogno
Mand.° III° di Lovere
Circondario III° di Clusone
Numero 662
Oggetto: informazioni sul conto di Ghitti Francesco di Giuseppe
Castel di Rogno, li 28 novembre 1867
Al signor sindaco di Marone.
Da alcuni giorni si trova presso l'individuo di questo comune Sangalli Francesco di Giuseppe di Castel Franco il giovine a margine indicato che asserisce appartenente a codesto comune, dell'apparente età di anni 16, sprovisto dei relativi documenti che valgano ad indicarci la sua condotta ed identità personale, e sembra che lo stesso abbia intenzione di rimanere presso il sunnominato Sangalli in qualità di domestico.
S'interessa pertanto vostra signoria che voglia somministrarmi le relative informazioni sulla condotta del detto giovine, e la causa per cui si è assentato dalla propria famiglia.
Il sindaco, Minelli

DOCUMENTO 18
Comunicazione e richiesta di informazioni del Comune di Grassobbio circa la presenza di Francesco nel Comune, 12 febbraio 1869.
Provincia di Bergamo
Municipio di Grassobbio
Mand.° IV° di Verdello
Circondario II° di Treviglio
N. 72
Oggetto: Informazioni sul conto di Ghitti Francesco fu Giuseppe
Al signor sindaco di Marone.
Grassobbio, li 12 febbraio 1869
Presso questo colono Parimbelli Antonio trovasi da pochi giorni in qualità di famiglio certo Ghitti Francesco fu Giuseppe d'anni 17 di codesto comune, il quale si esibì spontaneamente di servire, e prima di passare al definitivo accordo il Parimbelli desidera di conoscere:
a) se il predetto famiglio porta tal nome, cognome, paternità domiciliato in Marone;
b) qual è la sua condotta e carattere;
c) e se non vi saranno degli ostacoli a tenerlo per parte de' suoi parenti.
Prego pertanto la di lei gentilezza a voler porgermi le sovraccennate nozioni onde essere in caso affermativo sorvegliato
e diretto.
Con stima, il sindaco Antonio Piccinelli.

DOCUMENTO 19
Comunicazione del Comune di Grassobbio circa la fuga di Francesco dal Comune e il furto d'abiti, 26 febbraio 1869.
Provincia di Bergamo
Municipio di Grassobbio
Mandamanento IV° di Verdello
Circondario II° di Treviglio
Numero 91
Grassobbio, li 26 febbraio 1869
All'onorevole signor sindaco Marone.
Quel Ghitti Francesco di cui all'antecedente mia del 12 corrente si assentò nel giorno 15 di questo mese dalla casa del nominato Parimbelli Antonio senza lasciar indizio della sua fuga, asportando furtivamente un giachè di fustagno quasi nuovo, una camicia ed un paia calzoni di fustagno statigli forniti dal Parimbelli perché si trovava malconcio.
Qualora avesse il Ghitti a comparire costì, farà cosa gradita la signoria vostra a voler costringere lo stesso Ghitti a farne tosto la restituzione dei detti abiti, ovvero soddisfarne l'importo dei medesimi in italiane £ 15 non senza avvertirlo che in caso contrario il danneggiato promuoverà analoga querela.
Ciò le significo in relazione alla sua gradita del 18 andante n. 150 ed attenderò a suo tempo analogo riscontro.
Con stima, il sindaco, Antonio Piccinelli.

DOCUMENTO 20
Estratto delle sentenze penali di condanna proferite dalla Pretura di Iseo nel quale Francesco è condannato al pagamento di una multa, aprile-giugno 1870.
Estratto delle sentenze penali di condanna proferite dalla Regia Pretura d'Iseo durante il II trimestre 1870 in confronto di persone residenti nel Comune di Marone
Guerrini Giuseppe fu Giovan Maria detto Sinigaglia d'anni 60
Sentenza 6 aprile 1870 n. 42 colla quale fu condannato a £ 50 d'ammenda per contravvenzione boschiva
Bontempi Domenico fu Giosuè d'anni 20
Camplani Pietro di Francesco d'anni 17
Sentenza 6 aprile 1870 n. 41 colla quale furono entrambi condannati a £ 50 cadauno d'ammenda per contravvenzione boschiva
Ghitti Francesco fu Giuseppe d'anni 18
Sentenza 6 aprile 1870 n. 40 colla quale fu condannato a £ 50 d'ammenda per contravvenzione boschiva
Cristini Giacomo fu Luigi d'anni 27
Sentenza 20 aprile 1870 n. 47 colla quale fu condannato ad un giorno d'arresto per reato previsto dall'articolo 686 Codice penale
Rossetto Angelo di Antonio d'anni 32
Gigola Angelo fu Giovan Maria d'anni 48
Sentenza 25 giugno 1870 n. 65 colla quale furono condannati a £ 50 cadauno d'ammenda per contravvenzione boschiva, prevista dall'articolo 62 Legge Italica

DOCUMENTO 21
Richiesta di informative da parte della Pretura di Iseo, 10 febbraio 1874.
Regia Pretura di Iseo
N. 100 Fascicolo Atti giudiziari
Presente lì 11/2/74
N. 23 reg.
All'onorevole signor sindaco di Marone
La interesso a farmi tenere le precise generali informazioni e fede di nascita al nome di Ghitti Francesco, fu Giuseppe detto Papaùta, imputato di contravvenzione boschiva.
In pari tempo vorrà disporre per la traduzione a questo ufficio della legna sequestrata al Ghitti da codeste guardie campestri nel 3 andante mese nel bosco Fasce.
Lì 10/2/74
Maironi G.

DOCUMENTO 22
Denuncia alla Pretura di Iseo, 25 giugno 1874.
Provincia di Brescia
Municipio di Marone
Mandamento d'Iseo
N. 7 P.R.
Alla Regia Pretura d'Iseo
Marone lì 25 giugno 1874
Oggetto
Denonzia a carico di Ghitti Francesco fu Giuseppe
Veduti gli articoli 70 e 105 della legge di Pubblica Sicurezza. Considerando come Ghitti Francesco fu Giuseppe detto Papaùta d'anni 22 di qui tiene una vita viziosa e vagabonda senza aver mezzi di vivere per cui si può tenere sospetto come ladro.
Il sottoscritto Sindaco denunzia il sopradetto Ghitti Francesco a codesta Regia Pretura per ogni conseguente effetto di legge.
Il sindaco
Fenaroli

DOCUMENTO 23
Risposta della Pretura di Iseo con richiesta di informative circa Francesco, 26 giugno 74.
Vista si ritorna al signor sindaco di Marone che viene pregato di restituirla con dettagliato rapporto sulla condotta fama e carattere di Ghitti Francesco, non omettendo di far cenno di tutti quei fatti, a base dei quali lo si ritiene meritevole della rigorosa misura provocata, onde a base degli stessi, sopra conforme avviso che vorrà essere compiacente di esternare, sia dato con giusto criterio di valutare se l'ammonizione debba cadere nell'oziosità e vagabondaggio, o diversamente debba tendere ad impedire la riproduzione di atti che lasciano dubitare sia G[h]itti dedito ai furti in genere o in specie ai furti campestri.
Verrà chiarita in ogni caso la circostanza se la persona da ammonirsi sia abile al lavoro, e se sprovvista di mezzi proprî non venga soggerita nelle necessità dai genitori o da altri.
Iseo 26 giugno 74
Martinelli

DOCUMENTO 24
Rapporto alla Pretura di Iseo con informazioni circa Francesco, 29 giugno 1874, fronte e retro.
Provincia di Brescia
Municipio di Marone
Mandamento d'Iseo
N. 8 P.R.
Risposta alla nota del 26/6/74
Oggetto
Ghitti Francesco
Allegati diversi
Marone lì 29 giugno 1874
Ghitti Francesco del fu Giuseppe e della vivente Guerini Fiora soprannominato Papaùta d'anni 22 nativo di qui è di quelli esseri che per cattiva educazione o per inclinazione prava fino dai più teneri anni diede segni evidenti delle sue tendenze all'ozio, vagabondaggio e furti piccoli domestici e campestri.
L'unito carteggio, che dopo il debito esame vorrà la Signoria Vostra compiacersi di rendere, fa la sua storia.
Cresciuto negli anni non si corresse e non volle mai darsi a lavoro stabile, di famiglia miserabile, perduto anche il padre, pensò a mantenersi e continuò e continua a trarre la sua sussistenza col taglio abusivo delle legne di ragione del Comune.
Lo vediamo quindi, ad onta della facilità di eludere le Guardie boschive, frequentare anche le prigioni del mandamento.
Commetterà anche dei furti campestri e qualche altro piccolo furto, ma la sua sussistenza è appoggiata alle contravvenzioni boschive col taglio e vendita della legna di ragione del Comune.
Lo si può certamente ritenere, come è ritenuto persona di fama perduta e di cattiva condotta e di carattere non buono [...] poi che non sente né colpa né punizione.
Per le quali ragioni e tenuto conto de' suoi antecedenti che perdurano tuttora sarei d'avviso che fosse sottoposto all'ammonizione come primo gradino per metterlo sotto sorveglianza, nel caso molto probabile che voglia continuare questa vita.
L'ammonizione dovrebbe cadere sull'ozio perché non avendo nessun appoggio né soccorso de' alcuno né amico né parente ed essendo privo di qualunque mezzo di sussistenza il suo sostentamento lo trae certamente da mezzi illeciti.
Ghitti è abile al lavoro, ma non vuol lavorare
Il sindaco
Fenaroli

DOCUMENTO 25
Verbale di sopralluogo domiciliare a casa di Francesco da parte del Sindaco e di testimoni, 22 agosto 1874.
Municipio di Marone
Provincia di Brescia
Mandam. d'Iseo
N. 537
Oggetto
Visita domiciliare a Ghitti Francesco fu Giuseppe
Marone lì 22 agosto 1874
Verbale
Dietro denunzia sporta a carico di Ghitti Francesco fu Giuseppe accusato di avere portato nel proprio domicilio della legna di furtiva provenienza Io sottoscritto sindaco del Comune di Marone assistito dal segretario comunale Ghitti Lorenzo e dalle guardie boschive Guerrini Andrea e Zatti Giuseppe in qualità di testimoni mi sono recato al domicilio del Ghitti sito in Contrada di Ariolo di Proprietà Giudici ove trovai presente la madre del Ghitti e assente lo stesso.
Invitai la madre del Ghitti a farmi vedere tutti i luoghi di sua abitazione e perquisiti regolarmente non si rinvenne nessun oggetto riconosciuto di furtiva provenienza.
Invitata la madre del Ghitti a firmare il presente dichiarò di essere illetterata.
In fede di che si appongono le firme delli interessati.
Il sindaco
Fenaroli
Il segretario
Ghitti
I testimoni
Zatti
Guerrini.

DOCUMENTO 26
Risposta del Comune di Comezzano circa informative sul conto di Francesco, 2 dicembre 1874.
Provincia e Circondario Di Brescia
Mandamamento di Ospitaletto
Municipio di Comezzano
N. 784 risposta alla lettera del 26 novembre 1874 n. 722
Oggetto: Informative di Ghitti Francesco fu Giuseppe
All'onorevole signor sindaco Marone.
Comezzano, li 2 dicembre 1874
In evasione alla gradita nota contro citata, lo scrivente riferisce alla signoria vostra che Ghitti Francesco fu Giuseppe ha prestata la sua opera come giornaliere presso il signor Senici di qui, pel tempo di circa un mese, cioè da 19 maggio al 5 giugno 1874, e lo stesso Ghitti ha lasciato di sé buona impressione.
Con stima, il sindaco, [firma illeggibile]

DOCUMENTO 27
Risposta del Comune di Sale Marasino circa informative sul conto di Francesco, 2 dicembre 1874.
Regno d’Italia
Circondario di Brescia
Mandamento d’Iseo
Municipio di Sale Marasino
N. 922 Risposta al n. 722 del 26 novembre
Oggetto: Ghitti Francesco fu Giuseppe
Sale Marasino, li 2 dicembre 1874
All'onorevole signor sindaco di Marone.
Ad analoga interpellanza il signor Paolo Turelli mi ebbe a dichiarare che il giovane Ghitti Francesco fu Giuseppe di questo comune ebbe a dimostrarsi, nel frattempo che fu alle sue dipendenze, operaio fedele e laborioso, e che non ha che a lodarsi del suo operato.
Tanto a riscontro della pregiata sua a margine segnata, e con stima.
Il sindaco, G. Giugni

DOCUMENTO 28
Sollecito di documenti dell’incartamento alla Pretura di Iseo, 3 febbraio 1875.
N. 75
Oggetto Richiamo d'atti riguardanti Ghitti Francesco
Marone lì 3 febbraio 1875
Quando lo scrivente denunziava Ghitti Francesco fu Giuseppe detto Papaùta di qui come ozioso e vagabondo, a corredo della denunzia si uniscono testé gli atti dagli ufficiale di Pubblica Sicurezza cui il Ghitti è caduto sott'occhio.
Ora importerebbe allo scrivente che quel carteggio fosse restituito come fino d'allora si era sporta preghiera.
Il sindaco
Fenaroli