Dai Guerini fu Martino ai Guerini della Rassega e dei Mulini Nuovi.

Descrizione

Dai Guerini fu Martino ai Guerini della Rassega e ai Guerini dei Mulini Nuovi.

Loading Images

Scarica il pdf dell'albero genealogico: i-guerini-di-martino

 

Dai Guerini fu Martino ai Guerini della Rassega e ai Guerini dei Mulini Nuovi.

 

I Guerini fu Martino nell'estimo del 1573

 

partita località paternità titolare casa calcara forno terreni valore debiti crediti saldo
4 Marone di Martino Giovanni Giacomo 2 56 218 = = 218
6 Marone di Martino Michele 1 17 83 = = 83
22/131 Vesto di Martino Giacomo e fratelli 2 ½ 126 411 60 = 351
23 Vesto di Martino Donato 1 185 710 60 = 650
24 Marone Battista di Ludovico di Martino eredi di 1 130 110 = = 110
65 Marone di Ludovico di Martino Pietro 1 28 104 = = 104
70 Marone di Martino Ludovico 1 15 79 = = 79
73 Marone di Donato di Martino Andrea 1 ½ 181 430 = = 430
117/128 Marone Giovanni Maria di Martino eredi di 2 1/12 92 753 44 = 709

 

Alla partita 4 Giovanni Giacomo Guerini possiede una «Casa con horto cont:a di Adesela, à matt:a strada, à sera il lago. Estimata lire cinquanta. Una pezza di terra arad:a, vidata, et olivata cont:a del Mol, à mezo di la giesia, à monte herede de Batt:a Gueri tavole tredes. Un’altra arad:a, vidata, et olivata cont:a ss:ta, à diman Ant:o Zino, à sera Maffe Gueri tavole tredeci. Un’altra arad:a, vidata cont:a del Zas, à diman strada, à sera Michel del Bono tavole trenta. Estimate lire cento et otto. Una casa cont:a del Forno, à diman il dugal, à sera Gio: Piero di Cazzi. Estimata lire sessanta».Alla partita 6 Michele Guerini possiede una «Casa con horto cont:a de Schizola, à matt:a li Gueri, à sera il lago. Estimata lire cinquanta. Una pezza di terra arad:a, vid:a, olivata cont:a de Salicela, à diman strada, à sera herede di Donat Gueri tavole desesetti. Estimata lire trenta trei».

Giacomo Guerini, titolare della partita 22, abita, con i fratelli, a Vesto in una casa contigua a quella di Donato e possiede circa un piò di terra e due mucche; ha un debito livellario di 60 lire con Ludovico Gaioncelli. Giacomo e i fratelli sono comproprietari della casa e della calcara con Donato Guerini: «La meta di una casetta con una calchera appresso cont:a delli Albari, à diman Piero di Lodivigo, à sera li beni. Estimata lire sessanta».

Donato Guerini è titolare della partita 23: abita a Vesto e possiede poco più di 2 piò di terreni arativi, vitati e olivati, ½ piò di terreno a prato e bosco e una mucca da latte; ha un debito livellario di 60 lire con Ludovico Gaioncelli. È, inoltre comproprietario di una casa e di una calcara (fornace per la calce) in contrada delle Salerelle. Donato è citato anche nelle partite 22, 48 e 14 Cittadini. Probabilmente decede poco prima del 1573 perché, nelle partite 6 e 117 si parla di «heredi di Donati» e di «heredi di Donat».

Il figlio di Donato è Andrea Guerini che ha la partita 73 (ed è citato nelle Partite 13 Cittadini, 7, 31, 35, 51, 59, 65, 70, 102 e 42). Andrea abita a Marone in una «Casa con horto cont:a de Sedesella» contigua alla calcara paterna e possiede 1,8 piò di terreni arativi, olivati e vitati.

Nella partita 24 l'«Herede de Gio: Maria di Lodivighi» possiede una «Casa in cont:a de Sedeselle à matt:a Donat, à sera il lago» e un terreno che confina con quello degli eredi di Giovanni Maria Guerini; l'erede, nella partita 22, è chiamato Piero di Lodivigo.

Sempre in contrada Sedesella, nelle immediate vicinanze di Andrea e Giacomo, abita Ludovico Guerini fu Martino, che alla partita 70 dichiara di possedere una «Casa con horto contrada de Sedesella adiman Andrea Gueri a sera suoi fratelli. Est:a liri cinquanta. Una pezza di terra aradora vidata olivata contrata della Val à Monte il Frer a mezzodi li heredi di Batt:a di Lud:co tavoli tredeci. Un’altra aradora vidata contrada di Sedesella a diman Batt:a sop:to a sera And:a Gueri tavoli doi. Estimate tutte liri vinti nove».

Nella partita 117 gli «Heredi di Gio: Maria Guerini» hanno una casa in contrada del Gallo a Marone (che confina con i beni di Donato) e «Di dodici parti una del forno de Maron de far ferro». Battista, figlio di Ludovico, è testimone nel 1537 nella pergamena 1 dell’ApdM.

Nelle diverse partite è dato un nome diverso alla contrada in cui sono collocate le case, i terreni e la calcara, Salerelle, Salicella, Sedesella, Schizola, Albari, ma altrove si trova anche Albarelli e Adesella: nei secoli XVII fino al XIX la contrada è denominata contrada della Calchera o delle Calchere e contrada di Sedesella. Il nome Sedesella è mantenuto fino alla ridenominazione, nel Ventennio fascista, di alcune vie del centro di Marone, quando divenne via XXIV Maggio.

La comunione di beni o debiti e la contiguità di più proprietà (indice di una probabile divisione ereditaria) sono indicatori di stretta consanguineità.
Vi sono pochi dubbi, dunque, che i Guerini che, nel 1573, sono riconducibili ai fu Martino siano stretti parenti o fratelli.
Ludovico e Lorenzo sono detti espressamente «figli di Martino» nelle rispettive partite d’estimo del 1573[1]. Cinque partite sono di nipoti di Martino: la 73 di Andrea figlio di Donato, la 24 del figlio del defunto Battista di Martino, la 65 di Pietro figlio di Ludovico e le 117/128 degli eredi di Giovanni Maria di Ludovico[2].
Nella partita 22 intestata a «Giacomo e fratelli di Guerini da Vesto», questi condividono con Donato, che pure abita a Vesto in una casa adiacente, la proprietà di una calcara nel capoluogo, hanno numerosi appezzamenti confinanti e un livello del medesimo importo con Ludovico Gaioncelli: la possibilità che siano fratelli è elevata. Per le stesse ragioni sono figli di Martino anche Giovanni Giacomo[3] e Michele[4] che possiedono abitazioni in Marone, il primo adiacente a quella di Giovanni Maria e il secondo a quella di Andrea.
È una famiglia numerosa, dunque, quella di Martino, territorialmente divisa tra Vesto e Marone ma accomunata dagli interessi nella calcara e nel forno fusorio oltre che dalla comune proprietà di terreni, come testimoniano le due partite collettive.
Il Da Lezze, verosimilmente, quando parla di fuoco allude a questa struttura famigliare formata da numerose famiglie (ognuna a casa e terreni propri) legate da comuni interessi economici e con un progenitore comune non remoto.

La casa e la calcara di contrada Sedesella, nel 1641, sono proprietà degli eredi; infatti, alla partita 23, Guerini Bernardo fu Giovanni Maria dichiara di essere proprietario di una «Una pezza di terra aradora, vidata in contrada delle Calchere confina à mattina Santa Guerini, à mezodi valle, à sera il lago, et à monte Giulio, et frattelli Guerini di tavole dieci. Estimata lire cento quaranta al pio. Vale lire quattordeci. Appresso detta pezza di terra in detta contrada vi è una casetta cuppata, et una fornace della calcina. Estimata lire vinti cinque».
Bernardo Guerini o Bernardino, è nato nel 1675, ha 66 anni, è sposato e ha tre figli: Giovanni Maria (23 anni), Francesco (18) e Giuseppe (4).
I confini – a Sud l'Opol e a Ovest il lago – identificano la calcara con il mappale 1 del 1808, che a quella data è, ancora, una calcara e la casa con il mappale 2 (attuali casa Zanotti del Bafo): la calcara è quella del 1573, proprietà dei vari fratelli Guerini delle partite 22 e 23.
In mancanza di altre fonti, possiamo solo supporre che la proprietà della calcara sia passata interamente nelle mani degli eredi di uno dei due proprietari del 1573, Giovanni Giacomo.

Compaiono, di proprietà Guerini, due mulini, uno con tre ruote di proprietà di Giulio fu Lorenzo[5] descritto come «Una casa con corpi duoi terranei, camare sopra, con un’altra casa, con trei rothe di molino dentro, confina […] à sera il lago […]» e l’altro, di due ruote di Antonio fu Giovanni Giacomo[6] che è posto dove sorgeva il forno fusorio.

Nel Libro per le Famiglie il capostipite dei Guerini della Rassega è un Giulio che decede nel 1761 mentre quello dei Molini Nuovi è uno Stefano che muore dopo il 1737. Sebbene con un’interruzione di alcune generazioni i della Rassega sono eredi di Giulio settecentesco e quelli dei Molini Nuovi di Stefano seicentesco.

Sempre nel Libro per le Famiglie vivono, nel ’700, a Marone i del Campanaro, i della Vittoria, i della Vittoria detti Tuì, i del Violant, i Guerinèl e i di Matteo detti Scapla, che presumibilmente derivano dagli altri componenti (esclusi i di Matteo che vengono da Ariolo) della famiglia originaria di Martino.

I Guerini dei Mulini Nuovi

Nel 1641 alla partita 72 Antonio fu Giovanni Giacomo Guerini dichiara di possedere «Una casa con corpi due terranei, cilterati, et camerette sopra, cuppate et rothe due di molino, et altre case discoperte, et una casa terranea, cilterata con camera sopra cuppata, con un poco di corte avanti in contrada di Marone, confina à mattina, et monte Gio: Battista, et frattelli Zini, à mezodi il dugale, à sera strada con tavole dieci di terra hortiva, contigua à detta casa. Estimata lire sessanta quattro le case et horto. Molino estimato lire mille sei cento. Si debatte il sesto per il molino, che è lire doicento sissanta soldi tredeci». Antonio fu Giovanni Giacomo ha 50 anni e ha quattro figli: Stefano, Giovanni Giacomo, Pietro e Andrea.

Il fabbricato in questione parrebbe essere quello che nel 1573 era la segheria comunale. Possiamo solo ipotizzare, essendo una cosa straordinaria la cessione a privati di un bene comunale, che la crisi che segue la peste del 1630 non abbia colpito solo il settore siderurgico, ma anche quello del legname da costruzione.

Nell’estimo del 1785 i fratelli fu Stefano[7] fu Giovanni Pietro[8] - Andrea, Martino (sacerdote) e Pietro Antonio, eredi del seicentesco Giovanni Giacomo - sono proprietari, in contrada del Forno, di «un corpo di case» in cui vi è anche il mulino di 3 ruote, di un torchio per le olive a Vesto, di 2 orti (6 tavole), di un brolo di 37 tavole, di 5 appezzamenti aratiti, vitati, olivati (316 tavole) e di un appezzamento arativo e vitato di 48 tavole. Tutti i terreni - tranne gli orti e del brolo - sono acquisti posteriori al 1727. Lo zio Antonio è sacerdote e ha una partita propria[9].

Il mulino è identificabile con il mappale 96 (oggi fabbricato Ex-Moglia).

Per ragioni non documentate ma riferibili alla morte di Andrea e Martino, prima del 1857 il mulino è proprietà dei fratelli Zuccoli fu Andrea[10]. Nel 1857, torna nelle mani dei Guerini dei Mulini Nuovi, ovvero di Luciano fu Giuseppe e dei suoi nipoti Martino, Pietro, Andrea, Pietro Antonio e Stefano fu Giacomo fu Giuseppe. Nel 1871 passa a Guerini Maria e Lucrezia fu Giuseppe e Guerini Pietro, Martino, Andrea, Pietro Antonio e Stefano fu Giacomo e, sempre nel 1871, a Guerini Martino, Stefano e Pietro Antonio fu Giacomo[11].

La famiglia è strutturata, fino a che mantiene la proprietà del mulino, come famiglia complessa da cui si staccano solo le femmine e i figli sacerdoti.

I Guerini della Rassega

Nell’estimo del 1573 i fratelli Martino, Antonio, Ludovico e Giulio di Capitani detti di Maphetti posseggono una «casa contrada di [Rassega] ad adiman strada, à sera il lago. Estimata lire trenta. Un’altra à monte la infraditta pezza di terra con due rotbe de follo. Estimata lire sei cento».

Nel 1641 la proprietà è passata a Giulio Guerini fu Lorenzo: «una casa con corpi duoi terranei, camare sopra, con un’altra casa, con trei rotte di molino dentro, confina à mattina Christofforo Cafello, et parte Battista Cafello, à mezodi detto Battista, à sera il lago, à monte ingresso, con tavole dieci otto di terra a essa contigua. Estimata lire novanta sei soldi quattro la casa et brolo. Il molino estimato lire mille seicento. Si batte il sesto per il molino [si affitta], che è di lire doi cento sissanta sei soldi tredeci».

Il mulino di tre ruote è identificabile con il mappale 114 (stabile denominato oggi Ex-Cittadini).

Nell’estimo del 1785 Bonaventura Guerini possiede, in contrada della Rassica, in comproprietà con i fratelli e con Bonaventura fu Paolo fu Giulio Guerini, un ampio edificio con tre ruote di molino che confina a est con la Sèstola e a ovest con il lago, del valore di 380 lire «compresi li miglioramenti di camere nuovamente fabricate».

La famiglia dei Guerini della Rassega si estingue per mancanza di eredi maschi. Maria Catterina Guerini di Bonaventura sposa Nicola Tenca ed ha due figli, Bonaventura e Agostino. Il mulino passa, per eredità, alla famiglia Tenca.

 

[1] Donato, che abita a Vesto, ha la partita 23, Ludovico, che risiede a Marone in via Sedesella, la partita 70 e Lorenzo e fratelli, di Vesto, la 45.

[2] In partita 24 è detto «herede de Gio: Maria di Lodivighi» e in 4 Cittadini «Gio: Maria de Lodivigo». In partita 117 intestata agli Heredi di Gio: Maria Guerini «Di dodici parti una del forno de Maron de far ferro», gli eredi abitano a Marone in contrada del Gallo.

[3] 1573, partita 4, abita a Marone in via Sedesella.

[4] 1573, partita 6, abita a Marone in via Sedesella.

[5] 1641, partita 68.

[6] 1641, partita 72.

[7] Stefano è dato dal Buscio come capostipite.

[8] 1785, pp. 2v e 3 r.

[9] 1785, p. 17v.

[10] Giacomo, Giuseppe, Antonio, Maddalena, Bartolomeo, e Giovanni Battista.

[11] Nel 1872 Febbraio fu acquistato da Antonio e Carlo Vismara di Bartolomeo. Nel 1874 Ottobre passò ad Antonio ed Egidio Gavazzi fu Giuseppe Antonio. Nel 1877 passò ad Antonio Gavazzi.  Nel 1886 passò ad Antonio Vismara di Bartolomeo. Nel 1897 passò ad Arturo, Paola, Carmela e Maria Vismara fu Antonio proprietari e Livia Rachele fu Giosuè usufruttuaria in parte. Nel 1897 passò a Arturo Vismara fu Antonio. Nel 1907 fu acquistato da Curti Edoardo & C. Società in accomandita per azioni. Nel 1914 Agosto passò all’Unione Industriale Serica. Nel 1917 passò a Giuseppe Gallese di Giovanni. Nel 1927 passò a Cristini Luigi, Faustino, Battista e Giuseppe fu Rocco.

PARTNERS

SUPPORTERS